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Paolo Brosio, intervenuto nella trasmissione radiofonica ‘I Lunatici’, ha espresso il suo parere sul settantesimo Festival di Sanremo.
Nello specifico, l’uomo ha bocciato la perfomance di Achille Lauro e ha avuto qualcosina da ridire anche sul monologo portato all’Ariston da Roberto Benigni.
Paolo Brosio, da quando ha avuto la sua personalissima ‘illuminazione’ sulla via di Damasco, si batte contro quanti hanno una visione della vita/fede diversa dalla sua. Nel corso della trasmissione radiofonica ‘I Lunatici,’ l’uomo ha espresso il suo parere in merito al settantesimo Festival di Sanremo.
Neanche a dirlo, Brosio ha bocciato categoricamente il cantante di ‘Me ne frego’: “Achille Lauro? Un conto è cantare, un conto è fare uno show legato al modo di vestirsi. Si è spogliato come San Francesco? Ma non scherziamo! San Francesco era un santo che viveva in povertà, non mi sembra che quel vestito fosse l’icona della povertà. Dai, su. Non ci siamo. E poi fa spettacolo, ma non c’entra con la musica”.
Paolo non ha accettato il fatto che il rapper si sia paragonato al Santo d’Assisi, ma non è solo lui che ha disturbato la sua visione di Sanremo 2020. L’ex inviato del Tg4 ha avuto qualcosa da ridire anche su Roberto Benigni e sul suo monologo. Brosio ha tuonato: “Il suo Cantico dei Cantici? È un artista straordinario, ma stravolge tutto come vuole lui. Il Cantico dei Cantici viene tradotto alla fine in un amplesso senza fine, basato solo sull’aspetto fisico legato al sesso.
Facciamo sesso tutti insieme e Beppe Vessicchio suona la musica. Mi sembra un po’ riduttivo. L’amore di Dio non è questo”. Con Paolo si sa: passare dal sacro al profano è un attimo.
Dopo aver dato il suo giudizio su Achille Lauro e Roberto Benigni, Brosio si è espresso in merito ad un’altra fede, quella per la Juventus. Paolo ha dichiarato: “Questa Juve, francamente, è una delusione. Abbiamo perso identità, non siamo né carne né pesce.
Sarri? Non voglio giudicare nessuno, ma sulla base di questa prima parte di campionato c’è da tremare. E ora arriva la Coppa dei Campioni. Siamo ancora lì indecisi se gioca Dybala o non gioca Dybala, che è il presente e il futuro della Juventus”. Così come Lauro ha commesso un ‘fuori gioco’ portando all’Ariston una sua visione di San Francesco, anche il tecnico della sua Juventus merita un’ammonizione ‘brosiana’.
Paolo ha concluso: “Ci sono anomalie tattiche e tecniche che non riesco a capire. Quando si eredita una squadra si deve cercare di fare chiaramente il gioco che prediligi, ma anche in base agli uomini che hai. Non si può pretendere di imporre un modulo a dei giocatori che magari quel modulo non possono farlo. E poi con questa difesa siamo veramente preoccupanti”. Insomma, Brosio ha bocciato Lauro e Benigni, ma pare che anche la sua Juve abbia urgente bisogno di una ‘illuminazione sulla via di Damasco’.