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L’infezione causata dal Papilloma Virus colpisce soprattutto le donne ed interessa le pelviche, genitali e delle mucose proprio perché, nel 98% dei casi, è un virus sessualmente trasmissibile. A volte è anche asintomatico, altre volte invece, il sintomo denota il diffondersi di situazioni precancerose da trattare con le dovute cure ed attenzioni. L’HPV può essere facilmente diagnosticato se ci si attiene ad una normale prassi di controlli annuali. Proviamo a vedere insieme come sia possibile diagnosticare e curare l’infezione da Papilloma Virus.
Test papilloma virus
Prima che l’infezione da Papilloma Virus si manifesti con lacerazioni precancerose, dovranno passare circa una decina d’anni quindi avete tutto il tempo di fare controlli e prendere il toro per le corna perciò, non siate pigre e seguite una sana routine annuale di visite! I medici consigliano sempre di sottoporsi a controlli regolari (soprattutto nel caso di individui sessualmente attivi).
Hpv test
Ci sono due tipologie di approcci possibili che permettono un monitoraggio completo: l’HPV test ed il Pap test. Il primo, è un esame nato di recente e serve ad evidenziare la presenza di ceppi di HPV attraverso l’individuazione del DNA virale. Nella fattispecie, questo esame consiste nel prelievo di alcune cellule uterine al fine di analizzarle, proprio come accade nel caso del più tradizionale e conosciuto Pap test. Ed il secondo esame…
Pap Test
Nella prevenzione dell’infezione da Papilloma Virus, il Pap test gioca da sempre un ruolo importante. Grazie all’introduzione del Papanicolaou Test nella routine medica periodica, il quale prende il nome dal medico greco-americano che studiò ed applicò per la prima volta questo test nella previsione dei tumori al collo dell’utero, il tasso di mortalità riscontrato tra le donne colpite dal tumore all’utero, si è drasticamente ridotto. Questo esame, infatti, serve ad evidenziare l’eventuale presenza di anomalie nell’area vaginale e nel collo dell’utero (che sono proprio le zone maggiormente colpite dal virus). Inoltre, attraverso il Pap test è possibile riconoscere diversi tipi di infezioni e micosi, ecco perché i ginecologi consigliano di ripetere il test una volta all’anno come controllo preventivo. La sensibilità del Pap test è stata calcolata intorno al 70%, il che implica la possibilità di falsi negativi e cioè di risultati negativi nonostante il tumore sia comunque presente ma ha una specificità del quasi 100% perciò, in caso di risultato positivo, il margine di errore è relegato a un 1/2 %.
Analogie e differenze
Quindi, alla fine dei conti, per monitorare l’incidenza del Papilloma Virus, è meglio optare per il Pap test o per l’HPV test? Per dare una risposta obiettiva a questa domanda che coinvolge tantissime donne, conviene iniziare col definire le analogie e le differenze che si possono riscontrare tra i due tipi di esame. Entrambi i test non sono particolarmente invasivi infatti possono essere fatti senza anestesia, in ambulatorio o in uno studio del ginecologo e non comportano alcun fattore di rischio. L’unico “contro” può essere rappresentato da un leggero fastidio nella zona interessata, durante i giorni successivi all’analisi stessa. Altra analogia è rappresentata dalla metodologia con cui si preleva il campione. Il medico, inserisce lo speculum (strumento utile per dilatare leggermente la vagina) e poi una specie di “bastoncino” cotonato all’interno della cavità vaginale e preleva il campione di cellule di cui si ha bisogno per effettuare tutti i test.
E allora, dove sono le differenze? La prima è sicuramente il modo in cui si analizza il campione: per il Pap test, è prevista una lettura al microscopio mentre per l’HPV si procede ad un esame di laboratorio. Un grande vantaggio dell’HPV test è certamente la sua utilità nel monitorare la situazione della paziente nel tempo ed infatti questo test è consigliato sono nei casi in cui si veirifichino situazioni particolarmente anomale, difficilmente analizzabili col solo Pap test. Per dirla in parole povere: il Pap test evidenzia agenti virali ad ampio spettro mentre l’HPV test ha maggiore sensibilità, motivo per cui viene considerato un test di completamento (soprattutto nelle donne sotto ai 30 anni di età).
Insomma, qual è la soluzione migliore per sapere con esattezza se abbiamo contratto o in che stato è la nostra infezione da Papilloma Virus? Rimanendo nel tempo presente, fare regolarmente il Pap test e, all’insorgere di risultati anomali, completare lo screening con l’HPV test, risulta la soluzione più coscienziosa. Per il futuro invece, il Pap test probabilmente dovrà cedere il passo a nuove tecniche (ancora in fase di sperimentazione e miglioramento) diagnostiche biomolecolari basate sul fatto che la percentuale più alta tra le cause di tumore all’utero, sia generata proprio dal Papilloma Virus. In questo senso, l’HPV test è decisamente più vicino a questa nuova linea.