Argomenti trattati
A 10 anni dalla scomparsa di Patrick Swayze è in uscita un documentario celebrativo su quella che è stata la vita e la carriera di uno degli attori più apprezzati al mondo.
I am Patrick Swayze racconterà l’interprete di Dirty Dancing e Ghost attraverso le testimonianze di star del calibro di Demi Moore, Rob Lowe e alcuni dei registi con cui ha lavorato.
Patrick Swayze è stato uno degli attori più apprezzati degli ultimi 30 anni. Da Ghost a Dirty Dancing, passando per Point Break nessuno riesce a dimenticare il suo sorriso. L’attore non aveva bisogno di parlare perché il suo sguardo valeva più di mille parole.
Difficilmente qualcuno non ha amato le sue interpretazioni ed è pressoché impossibile trovare una persona che non abbia apprezzato la sua frase cult: “Nessuno può mettere Baby in un angolo”. Con la sua morte non abbiamo perso sono un grandissimo attore, ma anche un eccellente ballerino. La sua scomparsa, avvenuta il 14 settembre 2009 a seguito di un tumore, ha lasciato un grande vuoto nel mondo del cinema. Figlio di un campione di rodeo e di una maestra di danza, Patrick è stato tra i primi attori a vestire i panni di Danny Zuko di Grease a Broadway, successivamente lo abbiamo visto ne Ragazzi della 56esima strada del 1983 di Francis Ford Coppola.
Nel 1987 è stata la volta di Dirty Dancing, nel 1990 di Ghost e nel 1991 di Point Break. I successi di Swayze non si fermano di certo qui e la sua carriera è stata un continuo crescendo. Un attore unico, con qualità che molti dei suoi colleghi non hanno raggiunto neanche negli ultimi anni della loro carriera e che proprio per questo verrà celebrato in un documentario che uscirà a 10 anni dalla sua scomparsa.
Il docufilm I am Patrick Swayze, prodotto da Paramount Channel, uscirà il prossimo 18 agosto, giorno di nascita dell’attore. Il documentario mette insieme le testimonianze di colleghi, amici e di quanti hanno avuto l’onore di lavorare con Patrick. Sono molti, infatti, quelli che hanno incontrato l’attore sul set e che poi sono diventati parte integrante della sua vita. Rob Lowe, apprezzandone gli infiniti talenti, ha dichiarato: “Era un ginnasta, un cowboy, un ballerino… parliamone!”.
Demi Moore, compagna di lavoro in Ghost, ha raccontato: “Patrick aveva qualcosa in sé di molto tosto, eppure al contempo possedeva una delicatezza particolare, dolce e leggera”. La moglie Liza Niemi, insieme a lui dal 1975 fino alla morte ha ammesso: “Era spiritoso e amava scherzare, ma appena ti giravi si accasciava sulla sedia, ma ho amato tutte le sue sfide”. Swayze aveva molti demoni, ma un’unica certezza: il successo così come era arrivato poteva svanire altrettanto rapidamente.
Il cancro al pancreas lo aveva distrutto, ma nel corso di una delle sue ultime interviste a Barbara Walters disse che non voleva diventare il “poster boy” del malato di cancro. Proprio per questo motivo, dopo poco meno di due anni di cure, piuttosto che non vivere ‘bene’ il poco tempo che gli rimaneva aveva deciso di rinunciare a ogni tecnica medica alternativa. I am Patrick Swayze non sarà solo un omaggio all’attore, ma anche a tutti i suoi tantissimi fan che, in questi lunghi dieci anni, hanno sentito molto la sua mancanza.