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Paul Klee parlando della sua arte la definiva come qualcosa che non riproduce ciò che è visibile quanto il visibile stesso. Con questa visione scopriamo la storia del grande artista.
Chi era Paul Klee
Ernst Paul Klee (Münchenbuchsee 18 dicembre 1879 – Muralto, 29 giugno 1940) è stato un pittore tedesco. Cresce con il padre professore di musica e la madre cantante che lo indirizzano per un periodo verso lo studio del violino. In famiglia sono soliti ascoltare la musica classica di Mozart e del pianista Beethoven.
Si trasferisce verso la fine del secolo a Monaco di Baviera nel quartiere degli artisti. Frequenta qui l’Accademia delle belle arti che lo introduce all’arte di Klimt, Blake e Goya. La voglia di scoprire lo porta a soggiornare a Parigi dove conosce le opere degli impressionisti.
La produzione artistica e la storia d’amore
Nel 1906 conosce la musicista Lily Stumpf con cui intraprende una storia d’amore coronata da un figlio. In questo periodo iniziano anche le prime esposizioni inaugurate dalla “Mostra internazionale della Secessione” a Monaco. Conosce negli anni artisti come August Macke, Franz Marc e Kandinsky con cui crea il gruppo “Der Blaue Reiter” con cui espone a Berlino.
Inizia a viaggiare e risulta fondamentale la sua esperienza a Tunisi e Hammamet. La sua produzione infatti inizia ad essere consapevole nella scelta delle tonalità calde per i colori che lo distingue nelle nuove esposizioni a Berlino. La sua libertà artistica viene interrotta dalla chiamata alle armi che lo allontana dal mondo per gli anni che vanno dal 1916 al 1918.
L’approccio teorico alla pittura
Durante gli anni della guerra scrive “La confessione creatrice” un saggio che fornisce le basi per le teorie su forme e colore. Questo testo è fondamentale per i suoi corsi alla Bauhaus di Weimar. Il suo approccio alla didattica è entusiasta e svolge con grande passione il ruolo di insegnante. I suoi alunni lo soprannominano “Budda” per il suo essere una forma di oracolo per i giovani.
Dopo dieci anni di insegnamento si trasferisce all’Accademia di Dusseldorf ma viene costretto a dimettersi perché il regime nazista considerava la sua arte come degenerata.