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Il popolo del web è insorto contro il nuovo cartellone dell’Istituto di Istruzione privato “IES”, affisso per promuovere la scuola con una nuova campagna pubblicitaria.
Pesaro, errore nel cartellone pubblicitario di IES: “Al diploma ti accompagnamo noi”
La nuova campagna pubblicitaria dell’Istituto d’istruzione privato “IES” riporta il seguente messaggio: “Stai sereno! Al diploma ti accompagnamo noi”.
La frase è stata scelta e stampata su uno dei grandi cartelloni che sono stati affissi per sponsorizzare la campagna pubblicitaria della scuola. In particolare, il cartellone incriminato che ha scatenato polemiche sul web è stato avvistato in prossimità del campus IES.
Nello specifico, gli utenti di Internet sono insorti sottolineando la presenza di un errore nella frase riportata sul manifesto: la vicenda è stata ampiamente ripresa e dibattuta sui social.
Pesaro, errore nel cartellone pubblicitario di IES: il refuso
L’errore che ha fomentato il moltiplicarsi di commenti sui social media ha riguardato il modo in cui il verbo “accompagnare” è stato coniugato alla prima persona plurale del presente indicativo.
Sul cartellone, infatti, è stato scritto “accompagnamo” al posto di “accompagnare”. Nonostante la grafia usata da IES sia ormai largamente diffusa, questa non può essere considerata effettivamente corretta. Utilizzare la forma “accompagnamo” in sostituzione di “accompagniamo” è sconsigliabile poiché la desinenza della prima persona plurale dell’indicativo presente è “-iamo”.
La forma corretta della prima persona plurale dell’indicativo presente del verbo “accompagnare”, quindi, è “accompagniamo”.
In relazione alla vicenda, alcuni utenti di Internet hanno commentato l’accaduto scrivendo commenti apparentemente neutrali come “Forse è una strategia di marketing?” o frasi più aggressive come “Un errore di questo tipo non è ammissibile, soprattutto se fatto da una scuola”. Altri ancora hanno rivendicato la correttezza di entrambe le forme, asserendo “Accompagnamo o accompagniamo è la stessa cosa”.
Sulla vicenda, si è espresso il dirigente di IES, Simone Dini, che ha ammesso l’errore, spiegando: “Non è grammaticale però è stata una svista”.