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La canzone Piccolo Corpo di Fredrika Stahl è stata candidata come miglior canzone originale ai David di Donatello 2022. La cantautrice svedese Fredrika Stahl ha composto tutte le musiche originale del film, con Piccolo Corpo eseguita dall’attrice protagonista Celeste Cescutti accompagnata dal coro popolare.
I testi sono della stessa Laura Samani, regista del film. Rispetto a Just You, la canzone originale per L’arminuta, anch’essa candidata per lo stesso premio, Laura Samani fa una scelta diametralmente opposta.
Dormi bella Figia
Pianta il fondo
Stresa l’onda longa, amena il sonno
La luna affranta, tala qual era
Un corivo oscuro, sale vento
Lighete aspreo, a far da letto
Tutta l’oscurità, Lateo apprassarà
Sogna bella Figia
Pinte il fondo
Pora sema una stentate tegno
Non fa paura più l’acqua nera
Monta bianca barrera
Nel film, ambientato nell’Italia del 1900, la giovane Agata perde sua figlia alla nascita, che di conseguenza non può essere battezzata ed è condannata al Limbo. La madre non si rassegna e decide di ascoltare le voce che dicono che a nord, sulle montagne, i bambini possono essere riportati in vita per il tempo di un battesimo. La canzone quindi suona quasi come una ninna nanna, spettrale e inquietante come le migliori ninna nanne sanno essere.
La canzone inoltre mischia l’italiano con il dialetto. Nel film stesso infatti gli attori recitano in dialetto veneto e friulano, per dare verosimiglianza al racconto, ma allo stesso tempo trasportalo in una dimensione magica. L’uso del dialetto rievoca un mondo passato, forse scomparso, ma allo stesso tempo magico, fuori dal tempo. Sembra quasi appartenere al mondo delle favole, come i personaggi.
Nella canzone possiamo sentire il dolore di una madre che ha perso la figlia, ma anche la speranza che guida il viaggio della protagonista.
La ninna nanna invita la bambina a non aver paura, ad addormentarsi serenamente. Forse però, a temere cosa l’aspetta non è la bambina, ma la madre, che deve affrontare un viaggio faticoso. Un viaggio fisico, ma anche mentale e spirituale, per affrontare il dolore per ciò che ha perso.