Pier Paolo Pasolini si affermò come scrittore, poeta e regista soprattutto dagli anni ’60 del Novecento.
Pasolini è stato uno dei protagonisti della scena culturale del Novecento, nella letteratura e anche nel cinema. La sua figura molto controversa fu all’epoca al centro di numerosi dibattiti e processi giudiziari, spesso dovuti alla sua omosessualità. La sua vita si concluse con un tragico epilogo sulla spiaggia di Ostia: un omicidio che ha ancora alcuni risvolti insoluti.
Pier Paolo Pasolini nasce a Bologna nel 1922, ma si trasferisce spesso durante la sua infanzia.
Uno dei luoghi in cui vive da bambino è Casarsa del Friuli, un posto al quale sarà molto affezionato e al quale dedicherà la sua prima raccolta di liriche, “Poesie a Casarsa”, scritte nel dialetto friulano. Si appassiona subito alla letteratura, perciò si iscrive alla facoltà di Lettere all’Università degli Studi di Bologna. Durante la seconda guerra mondiale il padre è imprigionato in Africa, per poi fare ritorno nel 1945, e il fratello Guido muore da partigiano nella Resistenza.
Nel dopoguerra scrive “Il romanzo di Narciso”, rimasto incompiuto e che parla esplicitamente della sua omosessualità e partecipa a varie riviste letterarie molto famose all’epoca, collaborando con grandi personalità della cultura italiana novecentesco come Gianfranco Contini. Ottiene poi la cattedra di materie letterarie presso una scuola media di Valvasone, in provincia di Pordenone. Da qui deve allontanarsi, trasferendosi a Roma insieme alla madre, a causa di un episodio che lo porta all’espulsione dalla scuola e dal Partito Comunista Italiano al quale aveva aderito.
Infatti Pasolini subisce l’accusa di atti osceni in luogo pubblico e di corruzione di minori.
A Roma nasceranno alcuni dei suoi capolavori più importanti, come la raccolta di poesie “La meglio gioventù” e gli immortali romanzi sui ragazzi delle borgate romane, “Ragazzi di vita” e “Una vita violenta”. Anche il romanzo “Ragazzi di vita” affronta un processo per oscenità. Nel corso della sua vita, lo scrittore dovette subire circa 24 processi e querele.
Fonda la rivista “Officina” e diventa condirettore di “Nuovi argomenti”, inserendosi attivamente anche nelle discussioni di critica sulla letteratura contemporanea. Inoltre, Pasolini capisce che il nuovo mezzo di espressione del cinematografo è adatto ad esprimere il suo pensiero in quell’epoca di nascita della società del consumo. Si approccia quindi in modo eccellente al cinema, facendo da regista e sceneggiatore. I suoi sono capolavori del grande schermo, tra i quali citiamo “Uccellacci e uccellini”, interpretato da Totò; “Edipo re”; “Il vangelo secondo Matteo” e infine l’ultimo film girato prima della sua morte e uscito postumo, “Salò o le centoventi giornate di Sodoma”.
Il corpo di Pier Paolo Pasolini, brutalmente massacrato, viene ritrovato sulla spiaggia dell’Idroscalo di Ostia il 2 novembre 1975. Per il suo omicidio verrà incolpato Pino Pelosi, un ragazzo di borgata che lo scrittore avrebbe adescato per dei rapporti sessuali che poi il giovane avrebbe rifiutato. Pino, dopo aver preso a bastonate Pasolini, lo avrebbe poi schiacciato con la sua stessa auto, uccidendolo. Il giovane, fermato poi dagli ufficiali di polizia proprio sull’automobile di Pasolini, avrebbe confessato l’omicidio.
Molti giornalisti espressero i loro dubbi sull’indagine, tra i quali anche Oriana Fallaci. C’erano infatti molti elementi dell’indagine che non quadravano: si ipotizzò il concorso in omicidio anche di altre persone. La Cassazione però, nel 1979, chiude il caso scaricando tutta la colpa su Pino Pelosi. Ancora oggi sono molti gli interrogativi rimasti insoluti sulla tragica morte dell’intellettuale.