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Piercing vagina: folle moda estemporanea o arte? I piercing alla vagina sono certamente una delle tendenze più controverse degli ultimi anni. Che sia segno di appartenenza a una sottocultura, o una semplice decorazione estetica, le ragioni per cui le persone decidono di modificare il proprio corpo sono diverse.
Sappiamo che le zone più diffuse dove farsi un piercing sono naso, orecchie, lingua, ombelico ma le più ardite si sono spinte oltre e hanno scelto di fare un piercing in zone molto intime. Vediamo insieme perché molte donne lo fanno, quali tipi di piercing sono meno rischiosi da realizzare e quali sono le norme igieniche da rispettare.
Piercing vagina: perché molte donne lo fanno
A chi non segue e ama la moda dei piercing risulta difficile trovare una ragione sul perché alcune decidano di farsi un piercing in una zona tanto delicata del corpo. Una delle ragioni principali è quella estetica, la stessa che sta dietro la realizzazione di tatuaggi e altri tipi di modificazioni e decorazioni del proprio corpo. In questo caso si tratta di dare un qualcosa in più a una parte del corpo che è generalmente coperta.
I piercing alla vagina sono solitamente realizzati dalle appassionate di piercing che ne hanno già diversi sulle zone più classiche, come naso e ombelico, e vogliono provare qualcosa di meno ovvio.
Vi è anche un’altra motivazione, legata alla sfera sessuale. Avere un piercing alla vagina può far sentire più attraenti e sensuali e quindi aiutare l’autostima. Chiaramente vi è anche una motivazione fisica: applicando un piercing in determinate aree dei genitali, come il clitoride, se ne aiuta la stimolazione.
Piercing vagina: ce ne sono diversi tipi
Tra i piercing alla vagina più noti e realizzati troviamo l’hood, realizzato sul cappuccio del clitoride, che viene forato in orizzontale o verticale. Questo piercing è particolarmente diffuso, poiché è poco doloroso da realizzare. La pelle di questa parte di corpo è infatti poco sensibile.
Un’altra zona dei genitali femminili dove è meno pericoloso fare piercing sono le piccole e le grandi labbra. In questo caso si inseriscono dei piccoli anelli di metallo, con minimi rischi per la salute e dolore nella realizzazione.
Altre tipologie di piercing poco rischiose per la salute sono il cosiddetto Christina, realizzato sul monte di Venere, e i piercing sul perineo, vale a dire la parte tra la fine dei genitali e l’ano.
Piercing vagina: norme igieniche da rispettare
Nella realizzazione e nel mantenimento di un piercing realizzato in qualsiasi zona è fondamentale seguire diverse norme igieniche, affinché questo non causi un’infezione. Se già è importante seguirle in caso di piercing al naso o all’orecchio, è ancora più fondamentale farlo in caso di piercing sulla vagina!
Innanzitutto, il piercing va realizzato da professionisti, che dovranno usare sempre e solo strumenti sterilizzati e lavorare indossando guanti in lattice. Dato il grande rischio di causare danni, alcuni professionisti del settore non realizzano piercing alla vagina rischiosi, come il clitoris, molto delicato in quanto realizzato direttamente sul clitoride.
Per quanto riguarda le regole di igiene da rispettare una volta fatto il piercing alla vagina, c’è quella di toccare la zona interessata solo con mani perfettamente pulite. Fino a che la cicatrizzazione non sarà completa bisogna evitare di avere rapporti sessuali e di cambiare il gioiello. La zona dove è stato applicato il piercing va inoltre pulita e disinfettata quotidianamente. In alcuni casi i medici prescrivono addirittura degli antibiotici, che vanno assunti in un periodo che va dai tre ai cinque giorni, in modo da scongiurare il rischio di infezioni.
Piercing vagina: le controindicazioni
Chiaramente per un piercing in una zona tanto importante e delicata ci sono diverse controindicazioni. Se questo non viene realizzato da professionisti, c’è il rischio di incappare in gonfiori e rossori parecchio fastidiosi. Aumenta anche il rischio di gravi infezioni e malattie autoimmuni come l’HIV, il tetano o l’epatite.