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Pietro Germi ha iniziato la sua carriera cinematografica come attore, per poi diventare uno dei registi più importanti del cinema drammatico italiano, ricevendo molti riconoscimenti anche internazionali, e uno dei principali esponenti della commedia all’italiana.
Pietro Germi
Nacque a Genova il 14 settembre 1914, unico figlio maschio dopo tre sorelle. Si iscrisse all’Istituto Nautico ma nonostante gli ottimi voti, abbandonò gli studi agli esami finali. Dopo essersi trasferito a Roma, frequentò il Centro Sperimentale di Cinematografia diplomandosi prima in recitazione e poi in regia.
Iniziò la sua carriera nel cinema come assistente di Alessandro Blassetti, che lo scritturò anche come attore nel film “Retroscena”. Il suo esordio come regista avvenne il 1945 con “Il testimone”, attirando subito l’attenzione della critica e i consensi del pubblico. Germi realizzò altri film di successo, tra cui “Gioventù perduta” e “Il cammino della speranza” con cui raggiunse la fama internazionale.
Tornato sulle scene cinematografiche, dopo una pausa di due anni, nel 1955 girò e interpretò “Il ferroviere”, considerato uno dei più grandi capolavori del regista e una delle pellicole più importanti del neorealismo cinematografico italiano. Agli inizi degli anni ’60 il regista diede una svolta alla sua carriera cinematografica iniziando a realizzare commedie con elementi satirici, ben lontani dai film drammatici con cui si era distinto. Il 1961 girò “Divorzio all’italiana”, il capolavoro portò alla nascita di un nuovo genere cinematografico: la commedia italiana, di cui il regista, insieme a Mario Monicelli, ne fu uno dei massimi esponenti.
Dopo una serie di pellicole che però non ottennero abbastanza successo, iniziò a lavorare al film “Amici Miei”, che poi cedette al regista Mario Monicelli a causa di problemi di salute. Il regista morì il 5 dicembre 1974 a Roma, a causa di una cirrosi epatica di cui soffriva da tempo.
Vita privata
Nel 1941 sposò Anna Bancio,da cui ha avuto la figlia Marialinda. Restato vedovo, conosce Olga D’Ajello, con cui si sposò nel 1966, con cui rimase fino alla morte. Dal secondo matrimonio nacquero tre figli: due gemelli, Francesco e Francesca, e Armellina.
Premi
Tra uno dei regista italiani più apprezzati non solo a livello nazionale, ma anche internazionale, Pietro Germi ha ricevuto diversi riconoscimenti per il suo impegno nel cinema. Nel 1963 vinse il Premio Oscar per la migliore sceneggiatura con “Divorzio all’italiana”. Vinse il Gran premio della giuria al Festival di Berlino, due David di Donatello come miglior regista e inoltre ha collezionato nove Nastro d’argento.
Curiosità
Pietro Germi sapeva parlare il russo, imparato all’età di vent’anni. Era amante del cinema di René Clair e di John Ford. Il regista si è sempre dichiarato simpatizzante del Partito Socialista Democratico Italiano, e questo portò a diversi dissapori con la critica cinematografica della sinistra, che non riteneva veritiera la rappresentazione della classe operaia di Germi. Il regista ha sempre dichiarato di avere un rapporto di amore e odio con il sud d’Italia, evidenziato spesso nei suoi film.