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Dalla sua invenzione negli anni Cinquanta al 1971, quando la pillola diventa legale in Italia: la storia della pillola anticoncezionale e degli ostacoli che le donne hanno dovuto affrontare per conquistare il diritto a disporre del loro corpo.
La pillola anticoncezionale nasce negli anni Cinquanta in America grazie all’idea di due donne rivoluzionarie: l’attivista e infermiera Margaret Sanger e l’ereditiera Katherine McCormick. La Sanger aveva visto, nel corso della sua vita e della sua carriera, decine e decine di donne morire di parto o di aborto clandestino. Si era convinta che bisognasse inventare un contraccettivo orale per proteggere le donne da gravidanze indesiderate e per poter disporre liberamente del loro corpo.
Scova quindi due medici disposti a produrre la pillola contraccettiva, che entra in commercio come farmaco per il trattamento di disturbi ginecologici: il successo è immediato.
Nel 1961 entra sul mercato europeo la prima pillola anticoncezionale, prodotta dalla tedesca Schering. Bisognerà aspettare quattro anni prima che il farmaco approdi in Italia. Non sarà però disponibile per tutte. La pillola anticoncezionale nel 1965 è disponibile solamente per le donne sposate e se ne consiglia l’uso solamente per regolarizzare e attenuare i disordini mestruali.
Gli anni Sessanta sono anni di rivoluzioni, sociali e di costume, soprattutto per le donne. I dibattiti sul tema sono molteplici, così come quelli sui diritti delle donne, incoraggiati dai movimenti femministi.
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Il 10 marzo 1971 è una data di svolta per le donne italiane: la pillola contraccettiva diventa finalmente legale.
Viene abrogato l’articolo 553 del codice penale che rendeva illegale ogni forma di procreazione e la propaganda di essi. Un obiettivo importante giunto a compimento due giorni dopo la Giornata internazionale dedicata alle donne e che segna un punto d’arrivo fondamentale per la civilizzazione di un Paese. La legalizzazione della pillola però non è il passo definitivo. Il farmaco era ancora difficile da reperire a causa di una legge del 1927 che vietava alle farmacie di vendere anticoncezionali.
Nel giro di pochi anni però la rivoluzione si era radicata e nel 1975 nascono i primi consultori, degli spazi pubblici nei quali ogni donna poteva avere informazioni affidabili sulla sessualità e sull’uso dei contraccettivi. Gli anni Settanta, cruciali per i diritti delle donne, si concludono nel 1978 con un’altra conquista. Si tratta della legalizzazione dell’interruzione volontaria di gravidanza grazie all’approvazione della Legge 194.
Nonostante queste grandi conquiste, in Italia e nel mondo bisogna ancora lottare per l’empowerment femminile e per i diritti delle donne, perché siano una realtà e non solamente vane parole.