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Dal 14 gennaio 2022 sarà attivata la direttiva SUP (Single use plastic) che vuole la plastica monouso e non biodegradabile vietata per legge. Questa la decisione presa dall’Unione Europea, che coinvolge anche l’Italia. L’obbiettivo è quello di vincere la lotta contro l’inquinamento causato da questo prodotto ancora molto diffuso, che secondo alcuni studi costituisce la metà di tutti i rifiuti dispersi sulle spiagge europee.
È importante sottolinearlo: il decreto prevede sanzioni amministrative che vanno da 2.500 a 25.000 euro per chi continua a produrre e/o vendere prodotti in plastica usa e getta che non rispettano i requisiti stabiliti per legge.
Plastica monouso: il divieto a partire dal 14 gennaio 2022
Preparatevi a vedere scomparire prodotti di plastica monouso come piatti, posate, bicchieri in plastica e ancora cotton fioc, dagli scaffali dei supermercati. Non solo, saranno vietati più in generale anche tutti gli articoli realizzati in polistirene espanso come i contenitori destinati al consumo alimentare d’asporto e piccoli attrezzi destinati alla pesca.
Ad essere permessi invece, saranno tutti quei prodotti biodegradabili e compostabili con percentuali di materia prima rinnovabile uguali o superiori al 40%. Percentuale che aumenterà al 60% dal primo gennaio 2024.
Eliminare la plastica monouso: una decisione pro ambiente
Come è stato spiegato nel decreto, queste misure serviranno a prevenire e ridurre l’impatto della plastica che ormai da troppo tempo influisce non solo sull’ambiente (i mari in particolare) ma anche sulla salute umana inevitabilmente legata anche alle condizioni del pianeta su cui abitiamo.
Misure che serviranno anche a guidare sempre più aziende di qualsiasi settore, verso l’ecosostenibilità promuovendo comportamenti responsabili rispetto alla corretta gestione degli scarti e dei rifiuti in plastica. Con l’entrata in vigore di questa nuova legge quindi, si spera di poter vedere i primi risultati già nel 2026.
Il problema della micro e della nanoplastica
Se il problema dell’inquinamento causato dalla plastica sembra andare verso una soluzione non possiamo dire lo stesso per altri tipi di plastica meno visibile ma non per questo meno pericolosa. Stiamo parlando della micro e della nanoplastica, presente soprattutto nelle composizioni di prodotti per pulizia e igiene personale e anche nei loro contenitori, ingombranti e non sempre riciclabili.
Come fare allora per sostituire le micro e le nanoplastiche nei prodotti di uso quotidiano? La risposta la potete trovare direttamente nelle vostre dispense! Il bicarbonato di sodio, per esempio, è un perfetto antibatterico che agisce anche come sgrassatore e neutralizzatore di odori. Anche il succo di limone è un’ottima alternativa. Agisce infatti da sbiancante e sgrassante, ma ha anche proprietà antibatteriche anti macchia. L’aceto di vino bianco è un l’ideale come ammorbidente ed ha anche un’azione brillantante.
Come sostituire la plastica nella cosmesi
Siete appassionate di make up e skincare ma volete iniziare a ridurre la plastica nella vostra routine? Il consiglio allora è quello di imparare a leggere attentamente il retro delle confezioni per saper individuare tutti i marchi certificati che attestino la natura ecologica del prodotto.
Per quanto riguarda gli accessori invece, sostituite tutto quello che è “usa e getta” con prodotti riutilizzabili, che potrete lavare ed igienizzare di volta in volta.