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Policarpa Salavarrieta, nota anche come La Pola, è stata una sarta e spia che si sacrificò per il proprio paese, la Colombia, diventando un’eroina nazionale.
Policarpa operò per conto delle Forze Rivoluzionarie durante la Reconquista, fu catturata dai leali al re e giustiziata per i suoi ideali. Ma chi era Policarpa Salavarrieta?
La vita di Policarpa Salavarrieta è in buona parte avvolta in un mistero che ha contribuito ad alimentarne il mito di eroina ottocentesca. La nascita di Policarpa, infatti, sarebbe avvenuta tra il 1790 e il 1796, anche se il suo certificato di nascita non fu mai ritrovato.
Il soprannome La Pola, con cui è oggi conosciuta, deriva dal nome che le viene attribuito nel testamento del padre. Sappiamo che a chiamarla Policarpa era il fratello a cui era molto legata, Bibiano.
La famiglia Salavarrieta era originaria del villaggio di Guadas, dove godeva del rispetto della comunità e di una certa prosperità economica. In seguito al trasferimento a Bogotà e a una terribile epidemia che straziò la città nel 1802, la famiglia di Policarpa venne decimata.
Morirono entrambi i genitori e i fratelli, e La Pola rimase sola con il fratello Bibiano.
Fin da ragazzina, come molte giovani donne dell’epoca, Policarpa iniziò a fare la sarta. Ma ciò per cui si distinse fin da giovane, fu il suo forte spirito patriota: come la famiglia, Policarpa era contraria alla Reconquista spagnola e fin da ragazza, si impegnò politicamente contro il sistema coloniale.
Siamo a conoscenza di un passaporto falso che La Pola utilizzava per entrare e uscire dalla città di Bogotà, per incontrare gli altri compagni patrioti, insieme al fratello.
Con il nome di Gregoria Apolinaria e il passaporto falso, La Pola si spostava indisturbata dentro e fuori la capitale, sfruttando il suo lavoro di sarta per infiltrarsi nelle case degli spagnoli. In qualità di spia, operò per conto delle Forze Rivoluzionarie durante la Reconquista, captando informazioni cruciali per le guerriglie rivoluzionarie.
Offrendosi come sarta alle mogli e figlie degli spagnoli, Policarpa entrava nelle loro abitazioni per ascoltare conversazioni, raccogliere mappe, scoprire i progetti delle loro attività. Segretamente reclutava giovani ragazzi e ragazze per la causa rivoluzionaria, insieme al fratello.
La sua situazione peggiorò improvvisamente, dopo l’arresto di alcuni compatrioti con i quali Policarpa aveva collaborato e a cui era legata, i fratelli Almeyda. I militari riuscirono a mettere le mani su delle carte che i fratelli Almeyda stavano trasportando fuori Bogotà, dove era citata anche Policarpa.
Quando i leali del re vennero a conoscenza del coinvolgimento della giovane nelle forze rivoluzionarie, la imprigionarono con l’accusa di aver procurato armi e informazioni ai rivoltosi.
Insieme al suo amante Alejo Sabaraín e altri sei uomini, La Pola venne condannata a morte per fucilazione.
Il 14 novembre 1817, Policarpa venne fucilata in piazza Bolìvar mentre malediceva gli spagnoli. Dal 1967, ogni 14 novembre in Colombia viene ricordata e celebrata la sua vita.
Il suo nome richiama quello di molte altre donne che lottarono per la libertà del proprio paese come Nancy Wake e Claudia Ruggerini.