I Cani sold out? L’ultimo disco dei My Bloody Valentine? Circolo degli artisti o Magnolia? Arriva il politico che ne capisce di indie rock
Con il 68% delle preferenze dei partecipanti alle primarie del Pd Matteo Renzi è divenuto il nuovo segretario del Partito Democratico.
Il “nuovo che avanza” (o vecchio che si ricicla, a seconda delle convinzioni di chi lo giudica), ha così avuto la meglio su Gianni Cuperlo, il rappresentante della sinistra vecchio stampo fermatosi al 18%, e su Pippo Civati, l’idealista apprezzato da Internet e dai social network, che ha raggranellato un misero 14% (a conferma del fatto che il mondo reale vive al di fuori della Rete).
Proprio su quest’ultimo ci soffermiamo oggi, in attesa che, tramite una legge elettorale ancora tutta da definire, Renzi diventi il probabile successore di Enrico Letta alla guida del Paese.
Avevamo già detto del tentativo di Civati di farsi invitare alla corte di Fabio Fazio, ovvero nel salotto di Che tempo che fa, disatteso dal conduttore: registriamo en passant la risposta televisiva del presentatore di Sanremo, invero un po’ piccata, nella quale dichiarava che in sostanza aveva invitato solo i principali candidati alle primarie per non sovraccaricare la trasmissione di politici (e in quanto a previsioni in effetti ci ha visto lungo).
Pippo non avrà vinto l’ambito scranno del Pd, ma ha comunque guadagnato un simbolo della fama effimera che garantisce Internet e in particolare Facebook: Indicivati, una pagina comica a lui dedicata che pubblica a cadenza irregolare dei meme (fotografie-immagini corredate da un commento goliardico) dedicati all’improbabile passione del politico per l’indie rock, in particolare quello italiano.
Nelle varie immagini – di cui vi offriamo una selezione nella galleria più sotto – lo vediamo ritratto in pose assurde mentre si esprime come un vero hipster dei nostri giorni con atteggiamenti da leader e un linguaggio che si può definire “politichese”: tra un riferimento ai Cani, uno ai Baustelle e una minirecensione dei My Bloody Valentine gli autori della pagina immaginano una relazione stretta tra le ambizioni civili di Civati e la sua insana passione per le chitarrine che tanto adora una fetta degli ascoltatori tricolori (e che tanto detestano gli altri).
Il connubio perfetto tra l’autoreferenzialità di un determinato ambiente musicale chiuso in se stesso e un mondo politico ancora più autistico e isolazionista.