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I pubblicitari bocciano i format della tv generalista italiana.
E se li disapprovano loro, che sono i maggiori finanziatori del sistema mediatico, possiamo scommettere che presto una ventata di rinnovamento soffierà sui palinsesti di Rai, Mediaset e La7.
Si è fatto portavoce ieri di questo malcontento Marco Testa, che dirige il più importante sodalizio nazionale di imprese di Advertising, durante la presentazione milanese della ricerca "Comunicare domani – Le dinamiche degli investimenti in comunicazione in Italia nel 2006".
Lo studio di AssoComunicazione prevede una crescita degli investimenti pubblicitari a fine anno del 3,6%, trainata da un incremento del comparto digitale superiore al 50%, dalla tivù satellitare, dalla free press e dalla pubblicità esterna non tradizionale.
Insomma, una proiezione tutta ok.
Tranne per la tv classica, che, secondo Testa "deve ridefinire la propria capacità di fascinazione sul pubblico, creando format di intrattenimento nuovi e coinvolgenti".
I Mondiali hanno invece valorizzato il comparto satellitare.
"Anche per effetto dei Mondiali di calcio-ha commentato Testa- la tivù satellitare sta facendo grandi cose… Oggi la pubblicità cresce più di quanto ci si poteva aspettare, ma cresce al buio. I guadagni maggiori – in termini di tendenze e non di numeri – arrivano da settori ancora poco conosciuti per linguaggi, modelli, strumenti di analisi e di rilevazione dell’efficacia".
Morale: siamo fermi all’auditel ed a Sanremo, ma il futuro è altrove…
Scarica lo studio di AssoComunicazione "Comunicare domani – Le dinamiche degli investimenti in comunicazione in Italia nel 2006" da Primaonline Vai al sito di AssoComunicazione, che attualmente rappresenta 176 tra le più importanti imprese di comunicazione, nazionali e multinazionali, operanti in Italia Leggi le strategie degli artefici del palinsesto di Mediaset per attrarre Pubblicità nella prossima stagione
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