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Sophie Stephenson, giovane ventiquattrenne inglese, aveva immaginato un esito totalmente diverso per la storia d’amore nata con un olandese, Jessie, suo coetaneo, nata durante il suo soggiorno a Barcellona.
L’umiliazione della ragazza
In viaggio nella città spagnola, la ragazza aveva infatti conosciuto l’attraente giovane, che l’aveva invitata per bere qualcosa e la serata era si era poi conclusa in camera da letto. La loro relazione era proseguita ‘a distanza’ anche dopo il rientro a casa, fino a che lei non ha deciso di volare ad Amsterdam, viaggiando per oltre 600 km, per incontrare il ragazzo.
Tuttavia, arrivata all’hotel in cui i due avrebbero dovuto incontrarsi, Sophie si è ritrovata sola e ha poi ricevuto un triste e crudele messaggio: non solo era stata presa in giro, ma era anzi stata vittima di un nuovo gioco che distrugge l’autostima delle ragazze, quello che viene comunemente chiamato “Pull a pig“. La giovane ha immediatamente deciso di tornare a casa, dove ha poi raccontato la sua storia al “Sun”, denunciando in questo modo l’orribile scherzo di cui era stata vittima.
Pull a Pig: una nuova forma di violenza
Questa nuova forma di violenza sulle ragazze prende di mira le giovani meno attraenti. Ogni componente del gruppo di amici va alla ricerca di una donna “grassa e brutta” da conquistare e portare a letto. Tra i ragazzi inizia una sorta di sfida, che viene vinta da chi riesce a trovare la ragazza che viene unanimemente ritenuta la più brutta di tutte.
Naturalmente questo gioco, considerato divertente e anti-noia per i ragazzi, distrugge l’autostima delle vittime, le quali scoprono solo in seguito di essere state di fatto raggirate ed essere cadute in trappola. Anche per Sophie la storia si è svolta nello stesso modo: dopo essere stata conquistata ha scoperto di essere stata oggetto di beffa e di gioco. Prima di essere bloccata su What’s App ha però ricevuto il messaggio “you were pigged“, la frase che esplicita chiaramente e senza lasciare alcun dubbio la triste moda di cui la ragazza è stata infelice vittima.
Quello di Sophie non è il primo caso
Storie come quelle di Sophie non sono purtroppo casi isolati. Già altri giornali hanno denunciato dei giochi di questo tipo, come l’Indipendent, che aveva trattato il caso del “Fat girls rodeo”, molto simile al tipo di scherzo di cui è stata vittima Sophie.
In entrambi i casi, le donne vengono di fatto paragonate ad animali ed utilizzate solamente per il divertimento di questi gruppi di ragazzi, ai quali importa unicamente vincere la sfida che è iniziata con gli amici.
La gravità maggiore di questa nuova forma di bullismo nei confronti delle donne sta nel fatto che i ragazzi non si rendono conto di quanto le loro azioni possano avere delle conseguenza sulle giovani. Dal loro punto di vista, tutto si riduce ad un semplice scherzo che ha come unico fine quello del puro divertimento e non fanno altro che minimizzare di continuo ogni azione, dalle più semplici alle più cattive.
Forme di bullismo di questo tipo sono purtroppo sempre più comuni, sia tra i ragazzini che tra i più grandi.