Chi era Pyotr Ilych Tchaikovsky: tutto sul compositore russo

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Mentre il compositore italiano Giuseppe Verdi lasciava il suo segno nel XX secolo, Pyotr Ilych Tchaikovsky lo lasciava in Russia.

Il successo di entrambi, ma come quelli di compositori come Mozart o Bach, era destinato a non fermarsi durante i loro anni in vita, ma di portare avanti un’eredità.

Chi era Pyotr Ilych Tchaikovsky

Pyotr Ilych Tchaikovsky (7 maggio 1840 – San Pietroburgo, 6 novembre 1893) è stato un compositore russo. Cresce con il padre ingegnere minerario e madre di origini nobili francesi con altri 6 fratelli. Il legame con questi è sempre stato molto intenso, specialmente con Aleksandra e Modest con cui ha avuto le più grandi confidenze.

Prende lezioni di pianoforte dall’età di cinque anni e da subito manifesta forte predisposizione verso la musica. All’età di dieci anni assiste per la prima volta ad un’opera lirica con la madre che lo segna per sempre insieme al “Don Giovanni” di Mozart.

Inizia il percorso scolastico nella Scuola imperiale di giurisprudenza dove stringe le più grandi amicizie e sperimenta anche i primi rapporti omosessuali. In questo ambiente frequenta tanto il teatro in tutte le sue forme e si appassiona nuovamente allo studio del pianoforte e anche del canto corale.

Le prime esperienze come compositore

La morte della madre segna un grande momento di crisi psicologica che lo porta a manie di persecuzione.

Alla conclusione degli studi dopo alcuni viaggi si trasferisce a Mosca e inizia a insegnare in conservatorio e inserirsi in questo ambiente. Un luogo fertile in cui sviluppare la propria creatività lo porta a metabolizzare il dolore componendo le prime tre delle sei sinfonie. Compone dei pezzi minori intitolati “Prima del sonno” per pianoforte e “Allegro ma non tanto” per gli archi. Nel 1864 scrive “L’Uragano” per piccola orchestra.

Il lavoro da compositore lo appassiona di più e gli porta sempre più successo così decide di dedicarsi interamente a questa carriera lasciando il ruolo di insegnante in conservatorio.

Il successo e le opere maggiori per il balletto

L’artista è molto preciso e autocritico quindi della sua produzione musicale oggi si ha esattamente quello che per lui meritava di essere tramandata. Parte della sua attenzione deriva dal confronto con il suo punto di riferimento: il compositore austriaco Mozart.

La sua più grande fortuna è stata riuscire ad inserirsi in un momento storico in cui si stava diffondendo il balletto. L’apertura al genere musicale e il tramandarsi di questo modo di fare arte lo porta alla creazione di quelle che sono le sue più grandi opere.

Grazie al sostegno economico di un’ammiratrice, infatti, si dedica interamente alla carriera di compositore e crea quelle che sono le sue più grandi opere: Il Lago dei Cigni, La Bella Addormentata e Lo Schiaccianoci.

Le sue opere sono ancora oggi grandi classici del balletto amati in tutto il mondo. Non c’è composizione tra queste che non sia stata interpretata da ballerini del calibro di Roberto Bolle o di Svetlana Zakharova nella loro carriera di etoile.