Il Carnevale di Venezia è uno dei più antichi d’Italia e del mondo, ed è anche uno dei più rinomati per la bellezza delle sue maschere. Infatti, si hanno testimonianze della tradizione di festeggiare il Carnevale in città già intorno all’anno mille; e l’uso di travestirsi, diffuso tra tutti i ceti sociali, portò ad un fiorente artigianato delle maschere. Si istituirono delle vere e proprie scuole per apprendere l’arte di realizzare con la cartapesta, e poi decorare, le maschere che ancora oggi si possono acquistare nei negozi sparsi tra calli e campi.
Le tre maschere della tradizione più belle, antecedenti alla Commedia dell’Arte e quindi ad Arlecchino, Brighella e Colombina, sono:
- la Bauta, una semplice maschera bianca che andava messa sotto al tricorno e indossando un ampio mantello nero; lo scopo era di non farsi riconoscere;
- la Gnaga, un travestimento da donna per gli uomini che prevedeva l’uso di una maschera da gatto;
- la Moretta era un travestimento femminile per il quale si indossava una mascherina di velluto scuro.