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Il regime di pensione sperimentale riguarda la possibilità di inoltrare tale richiesta all’età di 58 anni. (Ndr. Non dimentichiamo però che l’età minima per inoltrare la richiesta di pensione per le donne è quella di 65 anni. Sono necessari però almeno 20 anni di contributi). Quando si fa la richiesta di pensione sperimentale dovete sapere che questa verrà calcolata secondo il sistema contributivo. Il vostro assegno mensile sarà la somma dei contributi versati, da dipendente o da libero professionista.
In particolari casi, dove si presentano contributi nella sezione dipendente e autonoma, si può anche richiedere anche un calcolo misto. Ricordate però che il vostro assegno però sarà determinata dalla tipologia di contributi maggiori.
Ecco quali sono i limiti di età per accedere alla pensione sperimentale: per i lavoratori autonomi e i dipendenti privati sono necessari 35 anni di contributi. Questi diminuiscono a 34, 11 mesi e 16 giorni se parliamo dipendenti pubblici.
Per quanto riguarda le donne che sono lavoratrici autonome la richiesta può essere inoltrata a 58 anni e 3 mesi, con una finestra mobile di 18 mesi. Se invece la donna è un’impiegata pubblica o statale il limite di età scende a 57 e 3 mesi e la finestra mobile a 12 mesi.
Questo particolare regime pensionistico viene chiamato anche Opzione Donna. Tra i requisiti necessari per accedervi troviamo anche: nessuna iscrizione alla gestione separata; la contribuzione obbligatoria di cui bisogna essere in possesso è prevista fino 31/12/1995.
Inoltre è necessario essere iscritte all’assicurazione generale obbligatoria, oppure essere in possesso di fondi sostitutivi o esclusivi. Per inoltrare la pratica agli uffici Imps potrete tranquillamente affidarvi agli sportelli Caf, che vaglieranno per voi il caso prestando particolare attenzione alle varie eccezioni. Non dimenticate in fine che tali richieste devono essere consegnate agli uffici di competenza almeno sei mesi prima del raggiungimento dell’età anagrafica minima.