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Il virologo del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi, Fabrizio Pregliasco, si è vaccinato e ha deciso di condividere la sua esperienza con la seconda dose booster del siero anti-Covid.
Quarta dose, Pregliasco: “Fatta e non sono diventato blu né viola”
Il virologo Fabrizio Pregliasco ha raccontato di aver ricevuto il secondo booster, in quanto over 60 e quindi tra le categorie per le quali la quarta dose di vaccino anti-Covid è raccomandata.
“Oggi ho fatto la mia quarta dose di vaccino anti-Covid. E sto bene. Non sono diventato né blu né viola. Adesso mi guardo allo specchio e controllo, ma sono abbastanza tranquillo che non sia successo“, ha spiegato Pregliasco contattato da AdnKronos Salute. “Ho scritto anche sui social che l’ho fatto”, ha aggiunto. L’esperto, infatti, ha condiviso una foto del momento dell’iniezione, scrivendo: “Non ha prezzo che a eseguire la vaccinazione sia stata una mia allieva“.
Pregliasco, poi, ha commentato la nuova ondata estiva di Covid, affermando: “Probabilmente questa ondata estiva di Covid è già arrivata al plateau e capiremo se abbiamo scavallato il picco quando la discesa si consoliderà come dato epidemiologico di incidenza. Il numero dei morti è oggi particolarmente alto (253 il 26 luglio, ndr) ed è chiaro che al martedì c’è sempre quella difficoltà di sincronizzazione sui dati – e ha aggiunto –. Ma lo sappiamo che, anche se si sta andando verso un miglioramento, come crediamo e vediamo anche dai modelli, il parametro dei decessi è quello che migliora dopo. Quindi, purtroppo, avremo ancora questo dato a 3 cifre ancora per un po’. Per qualche settimana”.
L’esperto, inoltre, ha ribadito l’invito a non fare confronti tra i dati italiani e i dati dei Paesi europei ed extraeuropei sulla pandemia, spiegando: “È sempre difficilissimo confrontare i dati che vengono raccolti con modalità così diverse. Perché neanche l’Europa ha indicato un unico modo e, se non c’è un metodo di raccolta dati comune, è fuorviante fare paragoni. Quindi il confronto fra nazioni, chi ha più morti e chi ne ha di meno, è davvero molto aleatorio. Quello che si può vedere è il dato di trend e quello che importa ed è significativo è andare poi a vedere il dato dell’eccesso di mortalità, anche se per questo ci vogliono spazi temporali più lunghi. Ma permette di vedere l’effetto oggettivo attribuibile al Covid”.
Mascherine a scuola
Il direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi ha anche espresso alcune considerazioni sull’uso delle mascherine a scuola. Pregliasco, infatti, non è certo che i dispositivi di protezione individuale potrebbero non essere necessari a settembre, spiegando: “Ogni volta è un tormentone. Sulle mascherine, sull’App Immuni, sulla vaccinazione, e si va ad agitare inutilmente gli animi. La realtà è che dobbiamo immaginare scenari diversi. Non possiamo dire sicuramente sì o sicuramente no. Probabilmente no, non ci sarà la necessità delle mascherine a scuola. Ma perché dire certamente no? Chi ce lo può dire che non arriverà una variante più cattiva, più contagiosa? Non si può sapere ora”.
Il virologo ha anche precisato: “Nell’andamento endemico futuro, perché al momento credo siamo in una fase di transizione, questo virus non sarà una presenza costante e continua ma, come ho detto più volte, probabilmente le onde si ripeteranno, e sperabilmente saranno come quelle che provoca la caduta di un sasso in uno stagno, cioè con una tendenza nel tempo a ridursi di dimensione. Quindi, io dico: è inutile fasciarsi la testa oggi. Immaginiamo scenari diversi nella speranza di non doverle usare, ma se servirà immaginiamo di doverlo pianificare. Sono scenari che non per forza devono essere attuati. Speriamo di no ma prepariamoci. E sicuramente magari si riesce ad andare un po’ più avanti anche sulla salubrità delle aule e degli ambienti scolastici con i nuovi sistemi di ventilazione”.