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Joe Biden per il suo team vincente ha deciso di essere inclusivo.
Lo aveva già dimostrato con la scelta della vicepresidente donna Kamala Harris. Decide di nominare come sottosegretaria alla salute una donna transgender, la prima ad ottenere un incarico federale. Scopriamo quindi la storia di Rachel Levine.
Rachel Levine è una pediatra del 1957, originaria del Massachussets. Per anni ha insegnato alla Penn State College of Medicine e finisce nel mirino della stampa nel 2017. Viene nominata responsabile della sanità della Pennsylvania in quell’anno e da allora non sono mancati gli attacchi degli hater.
Nessuno ha mai contestato come Levine svolgesse il suo ruolo, quanto piuttosto il suo cambio di sesso. Sotto una presidenza più conservatrice non sono mancati gli insulti di chi contesta la sua identità, ma ora le cose sono cambiate.
Con la vittoria dei democratici, per la prima volta si riconosce il merito di un esperta fondamentale nella lotta al Covid-19.
Rachel Levine è oggi decisiva nel suo stato per combattere la pandemia. Svolge infatti un ruolo in uno dei settori più delicati e lo fa con profondo impegno. Non è mancata infatti l’attenzione da parte di Joe Biden che ha confermato di volerla nella sua squadra.
Ha infatti dichiarato:
“Rachel Levine porterà la stabile leadership e l’ampia conoscenza di cui abbiamo bisogno per affrontare la pandemia, a prescindere dalla razza, religione, orientamento sessuale, identità di genere o disabilità”
Una presa di posizione non indifferente da parte della sua amministrazione che ha deciso di premiare l’impegno lavorativo e la professionalità, oltre i pregiudizi.
Nelle sue dichiarazioni ha spesso espresso la volontà di creare un team intersezionale. Ha dato voce alle minoranze creando una Casa Bianca al femminile e nominando il segretario ispanico, Xavier Becerra, nella squadra sanitaria. E come dimenticare l’elezione della prima nativa americana al governo, Deb Haaland.
Insomma, Joe Biden sembra aver dimostrato che il suo obiettivo è creare un equipe di persone competenti dando voce anche alle categorie più oppresse degli ultimi anni.