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La Rai ha preso una decisione e blocca il Blackface nei suoi programmi.
La scelta è arrivata dopo le accuse di razzismo rivolte al programma Tale e Quale Show. Pertanto, dalla prossima edizione del format condotto da Carlo Conti non dovrebbero esserci più imitazioni di artisti come Whitney Houston o Louis Armstrong.
Nel corso dell’ultima edizione di Tale e Quale Show, Carlo Conti e il suo staff hanno ricevuto un’accusa che ha fatto molto discutere, ovvero quella di promuovere il Blackface.
Quest’ultima è un’antica ‘pratica’ razzista che vede gli artisti di carnagione chiara truccarsi in volto e atteggiarsi per apparire neri. La Rai, alla luce delle critiche della scorsa edizione, ha deciso di bloccare questa pratica e, di conseguenza, di stoppare le imitazioni di personaggi di colore a Tale e Quale Show.
La decisione della Rai di bloccare il Blackface arriva per evitare ulteriori situazioni simili a quelle di Tale e Quale Show, con la speranza che le varie culture ed etnie si sentano rispettate.
Nel corso della scorsa edizione del programma di Carlo Conti, ad aver fatto discutere era stata l’imitazione di Ghali portata sul palco da Segio Muniz. L’artista, senza troppi giri di parole, aveva tuonato:
“Non c’è bisogno di fare il Blackface per imitare me o altri artisti. Non mi sono offeso, davvero. Ma nemmeno ho riso”.
Ghali, è bene sottolinearlo, non è stato il primo ad aver mosso una critica del genere. Prima di lui, altri telspettatori avevano fatto notare che l’imitazione di Beyoncé fatta da Roberta Bonanno era del tutto fuori luogo. Nelle dieci edizioni di Tale e Quale Show, tanti sono stati gli artisti di colore imitati: da Stevie Wonder a Louis Armstrong, da Michael Jackson a Nat King e Natalie Cole, da Gloria Gaynor a Whitney Houston e Tina Turner.
Dopo le parole di Ghali, la Rai e lo stesso Carlo Conti avevano ricevuto una lettera da sottoscritta da diverse associazioni anti-razziste. La missiva chiedeva una sola cosa: l’abbandono “del Blackface dalle trasmissioni di intrattenimento del servizio televisivo pubblico“. Viale Mazzini, all’epoca come oggi, aveva replicato:
“Nel merito della vicenda per la quale ci avete scritto, diciamo subito che assumiamo l’impegno – per quanto è in nostro potere – a evitare che essa possa ripetersi sugli schermi Rai. Ci faremo anzi portavoce delle vostre istanze presso il vertice aziendale e presso le direzioni che svolgono un ruolo nodale di coordinamento perché le vostre osservazioni sulla pratica del Blackface diventino consapevolezza diffusa”.