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Il rapporto del calcio con il razzismo è stato da sempre complicato: seppur le Federazioni promuovano vari slogan e impegni contro tutti i tipi di discriminazione, c’è una frangia del calcio e della tifoseria che continua a urlare cori e ad appendere striscioni che inneggiano al razzismo. Il tema del razzismo e delle discriminazioni ha toccato anche gli Europei di calcio, durante i quali sono avvenuti svariati episodi che hanno messo in luce come il rapporto tra calcio e razzismo sia ancora denso di paradossi.
Il razzismo e gli Europei di calcio
Episodi di razzismo sarebbero avvenuti durante le prime due partite dell’Ungheria nello stadio di Budapest. La UEFA ha avviato un’indagine su alcuni striscioni razzisti e discriminatori ma anche sui cori che risuonavano durante le partite Ungheria-Francia e Unghieria-Portogallo che si sono disputate alla Puskas Arena. L’ispettore disciplinare, concluse le indagini, potrà deliberare su una eventuale sanzione.
Solo cinque azzurri in ginocchio
Durante la partita di Euro 2020 in cui si affrontavano Italia e Galles solo cinque giocatori della Nazionale italiana di calcio si sono inginocchiati, come simbolo del loro sostegno al movimento Black Lives Matter. Si tratta di Emerson Palmieri, Andrea Belotti, Rafael Toloi, Matteo Pessina e Federico Bernardeschi: solo cinque degli undici titolari in campo. Un gesto che non è passato inosservato ed ha suscitato numerose polemiche: da un lato chi non ritiene lecito e utile inginocchiarsi contro il razzismo, dall’altro chi ritiene che la Nazionale abbia fatto l’ennesima figuraccia a livello mondiale. La Nazionale, il calcio, la UEFA hanno sempre sostenuto le tematiche dell’antirazzismo e combattuto le discriminazione ma solamente a parole e con gli slogan: in sostanza invece le discordanze tra fatti e parole sono numerose.
Seppure sia stato un gesto sul quale i calciatori avevano libertà di scegliere, molti – ad esempio l’ex giocatore Claudio Marchisio -hanno ribadito come il mettersi in ginocchio per il razzismo sia un importante messaggio da veicolare e che sarebbe stato meglio se tutta la Nazionale lo avesse fatto. Leonardo Bonucci ha voluto poi sottolineare che tutta la Nazionale è contraria al razzismo e alle discriminazioni, anche se non lo mostra inginocchiandosi in campo.
Il razzismo e gli Europei di calcio: l’arcobaleno della discordia
Altro tema scottante di Euro2020 è il sostegno alla comunità LGBTQ+ che molti protagonisti degli Europei hanno voluto affermare e che sono stati ostacolati. Il sindaco di Monaco di Baviera ad esempio, in occasione della partita Germania – Ungheria avrebbe voluto colorare l’Allianz Stadium della propria città dei colori dell’arcobaleno. Il gesto è stato impedito dalla UEFA che ha riscontrato dietro l’intenzione del sindaco Dieter Reiter una motivazione politica. In effetti da poco tempo il Parlamento Ungherese ha vietato ai minori di 18 anni di informarsi sul tema LGBTQ+, paragonandola a pornografia e pedofilia. Reiter, indignato dal rifiuto, ha deciso di reagire colorando di arcobaleno gli edifici della città bavarese.
Anche Neuer, capitano e portiere della Nazionale di calcio tedesca ha voluto affermare il suo sostegno alla causa LGBTQ+ indossando una fascia con i colori dell’arcobaleno. In principio la UEFA aveva aperto un’inchiesta sul tema, in seguito ha dichiarato che il gesto è legittimo perché non nasconde fini politici ma una buona causa, quella della promozione della diversità.
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