Era tutto pronto da anni; chiunque, in Inghilterra, conosceva per filo e per segno le azioni da compiere in caso di morte della Regina Elisabetta. Eppure, sembrava che quel momento fosse solo un pensiero immaginario, che quella regina, così forte nonostante i 96 anni di età, non potesse realmente mai arrivare a spirare.
L’8 settembre 2022 è accaduto realmente e la Regina più longeva della storia ha lasciato il mondo terreno. L’Operazione London Bridge è stata seguita come da previsione e tutto sta procedendo come da prassi. Ora, però, un altro piano dovrà essere attuato ed esso prende il nome di Spring Tide.
Che cos’è il piano Spring Tide?
Se l’operazione London Bridge si riferisce alla gestione della morte della Regina Elisabetta in ogni suo minimo dettaglio (dalla diffusione della notizia al funerale), il Piano Spring Tide – letteralmente “Marea di primavera” – è invece il nome in codice dato all’ascesa al trono del principe Carlo.
La marea di primavera ha inizio nel momento in cui la sovrana muore e si conclude a tutti gli effetti con l’incoronazione ufficiale del suo successore, il principe Carlo, in questo caso.
L’attuazione del piano prevede che nei primi dieci minuti successivi la scomparsa della Regina, tutte le bandiere dei luoghi pubblici debbano essere rigorosamente a mezz’asta; in caso contrario, potrebbero scaturire proteste molto movimentate da parte del popolo inglese.
Un altro grande punto previsto dal piano Spring Tide riguarda la gestione turistica e la sicurezza: in che senso? La marea di primavera mira dunque a contenere e gestire le possibili masse di turisti in arrivo nel Regno Unito in occasione dei funerali della Regina, ma non solo. Punta anche e soprattutto a valutare ogni minima soluzione per aumentare i mezzi pubblici ed evitare eventuali minacce terroristiche.
Sarà previsto anche il saluto con i cannoni organizzato dal ministero della Difesa cui seguiranno due interi minuti di silenzio in tutto il Paese per la morte della Regina. Il principe Carlo, erede al trono, sarà nominato re, ma per la cerimonia ufficiale di incoronazione alla presenza dell’arcivescovo di Canterbury si dovranno aspettare mesi, se non un anno intero. Inoltre, il Re potrà scegliere se mantenere il suo nome (e diventare quindi Carlo III), o se cambiarlo in Giorgio VIII, considerando che Giorgio è proprio il suo secondo nome.
È da notare quanto il cambio nome abbia dietro di sé una tradizione molto antica: i precedenti Carlo, infatti, sono associati nella storia della monarchia inglese alla guerra civile del XVII secolo. Pensate che il primo Re a prendere il nome di Carlo fu anche l’unico a essere decapitato.
Infine, una volta incoronato, la tradizione vuole che i figli bacino l’anello del Re.
Tutto, dall’incoronazione del nuovo Re, cambierà: lo stemma reale – attualmente ER – prenderà il nome del suo successore, così come sia le banconote, sia i francobolli porteranno l’effigie del nuovo monarca. Infine, l’inno nazionale: non si canterà più la celebre frase God save the Queen, bensì God save the King.
Il piano Spring Tide, diviso per giornate, affronterà dettaglio dopo dettaglio tutti i potenziali scenari dei giorni successivi la morte della Regina Elisabetta II. Non ci resta che seguirne i passi e vivere uno dei momenti più epocali della storia della monarchia inglese.