Che cos’è l’opzione donna ovvero il regime sperimentale? La possibilità per una donna lavoratrice di andare in pensione prima ovvero a 57 anni di età mentre per quelle indipendenti a 58 anni compiuti entro il 31 dicembre del 2015 e dopo aver maturato 35 anni di contributi. Tutto ciò viaggia al contrario dell’ordinarietà che prevedeva il conseguimento dei 66 anni e 7 mesi di età e il raggiungimento di 41 anni e 10 mesi di contributi per poter andare in pensione.
Un’opzione introdotta dalla legge Maroni e riutilizzata dopo la riforma Fornero. Vediamo però nell’esattezza chi può godere di questo regime sperimentale: le donne che hanno maturato al 31 dicembre del 1995 almeno 18 anni di contributi ma che comunque non abbiano raggiunto i requisiti per poter andare in pensione entro il 31 dicembre del 2007. Questa opzione è riservata a coloro che sono iscritte all’assicurazione generale obbligatoria mentre non possono giovarne coloro che sono iscritte alle liste di mobilità lunga.
Ovviamente come ogni cosa esistono i pro e i contro, in questo caso i vantaggi e gli svantaggi. Il vantaggio è quello di andare in pensione prima e lo svantaggio è quello di avere la pensione più bassa (25-35% in meno) determinata da un calcolo contributivo invece che da quello retributivo: il calcolo contributivo tiene in considerazione nello stabilire la pensione, tutta la carriera lavorativa invece degli ultimi 10 anni.