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Pioniera, coraggiosa, dedita alla scienza e alla parità dei diritti civili: Rita Levi-Montalcini è stata l’italiana simbolo della ricerca e vincitrice del Premio Nobel per la medicina.
Rita Levi-Montalcini
Rita Levi-Montalcini è nata il 22 aprile del 1909 a a Torino. Cresce insieme alle due sorelle e ai genitori: l’ingegnere Adamo Levi e Adele Montalcini, entrambi di origine ebraica. A vent’anni si iscrive all’Università della sua città e, nel ’36, si laurea in medicina specializzandosi poi in neurologia e psichiatria. Inizia anche ad approfondire la ricerca scientifica finché, nel 1938, le leggi razziali imposte da Mussolini le impongono di scappare a Bruxelles per proseguire la sua carriera da ricercatrice, fino a quando anche il Belgio fu occupato dall’esercito tedesco.
Tornata in Italia, determinata a non arrendersi di fronte alle difficoltà, continuò le ricerche neurobiologiche allestendo un laboratorio in casa fino alla fine della guerra quando riprese il lavoro di assistente del professor Giuseppe Levi presso l’Università di Torino. Nel 1947 accettò di collaborare con la Washington University di St. Louis, dove rimase quasi trent’anni occupandosi dello sviluppo del sistema nervoso con scoperte importantissime come l’esistenza del NGF (nerve growth factor), un “fattore di accrescimento” delle fibre nervose. La rivelazione fu importantissima per la ricerca medica su organi e tumori e per questo nel 1986 ottenne il Premio Nobel per la medicina, insieme al collega Stanley Cohen.
Negli anni ’60 Rita ha contribuito alla costruzione dell’Istituto di Biologia Cellulare dell’Università di Roma per il Consiglio Nazionale delle Ricerche, mentre nel 2000 creò l’European Brain Research Institute (EBRI), un istituto scientifico dedicato interamente alle ricerche sul cervello, con una particolare attenzione alle donne. Nel 2001 è stata eletta senatrice a vita dal Presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Rita Levi Montalcini muore il 30 dicembre 2012 a Roma, all’età di 103 anni.
Curiosità
Ha una sorella gemella di nome Paola che si è dedicata all’arte ed è stata una pittrice e scultrice molto nota nel Novecento. Il padre pensava che le figlie avrebbero vissuto una vita tradizionale, da mogli e madri. Rita si è sempre sentita inadatta a ricoprire il ruolo della donna di casa, come ha raccontato nella sua autobiografia “Elogio dell’imperfezione”, pubblicata nel 1987.
Nel 1944, dopo la liberazione tedesca, la giovane Montalcini lavorò come medico in un campo profughi di Firenze. Lasciò il ruolo dopo poco tempo, per ritornare alla ricerca. L’eccesso di empatia, le proibiva di avere il distacco necessario dal dolore dei pazienti. Il Premio Nobel per la medicina, ottenuto nel 1986 insieme a Stanley Cohen per la scoperta dell’ NGF, fu una soddisfazione non soltanto per la carriera. La scienziata ha deciso di devolvere una una parte del premio alla comunità ebraica per la costruzione di una nuova sinagoga a Roma.
Negli anni ’90 fonda, insieme alla sorella Paola, una fondazione in favore della parità dei diritti delle donne in ambito scientifico. Grazie ad essa ha aiutato e sostenuto oltre 6 mila donne africane nel diritto allo studio. Nel 2008, ha ricevuto la laurea honoris causa in Biotecnologie industriali dall’Università degli Studi di Milano – Bicocca.