Docente di microbiologia e virologia presso l’Università San Raffaele di Milano, Roberto Burioni è diventato famoso per aver sviluppato gli anticorpi monoclonali umani contro gli agenti infettivi. E negli ultimi anni, con l’avvento dei social, ha saputo sfruttare il loro enorme potenziale comunicativo per diffondere messaggi autentici e notizie scientifiche importanti. Ecco chi è Roberto Burioni tra vita privata e carriera lavorativa.
Roberto Burioni: vita e lavoro
Nato a Pesaro nel 1962, il virologo Burioni, dopo un diploma di maturità classico, si laurea in medicina e chirurgia nel 1987 all’Università Cattolica Sacro Cuore di Roma. Poi consegue una specializzazione in allergologia e immunologia clinica e un dottorato di ricerca in scienze microbiologiche. Nel 1995 diventa ricercatore presso l’Università prima di Roma e poi di Pesaro e dal 2004 è professore presso l’Università San Raffaele di Milano.
Negli anni, scrive molti libri e ottiene anche diversi premi e riconoscimenti tra cui il Premio “Ape d’Oro” del Comune di Segrate nel 2018 e il Premio “Picenum 2019” della Fondazione Pio Sodalizio dei Piceni. Nel 2018 apre il sito web Medicalfacts.it, dedicato alla divulgazione scientifica in ambito medico. E nel 2019 fonda l’associazione Patto per la Scienza, con lo scopo di portare dati e informazioni scientifiche importanti alla base delle scelte politiche e del governo. È sposato con Annalisa Rossi e ha una figlia.
Non solo la virologa Ilaria Capua è intervenuta sul Coronavirus, anche Roberto Burioni è intervenuto in merito all’emergenza che ci sta colpendo in questo periodo e afferma che le precauzioni prese nelle ultime due settimane stanno dando i risultati sperati:
I numeri cominciano a essere meno negativi e in un’epidemia significa positivi. Stiamo raccogliendo i frutti del nostro comportamento. Stanno calando gli accessi ai pronto soccorso e questo è un segno importante. Ci stiamo avviando verso il giorno in cui usciremo di casa, anche se non tutti e non fra dieci giorni.
E insiste sull’importanza di rimanere a casa protetti e al sicuro e di non lasciare le giuste precauzioni anche dopo la fine della Quarantena:
Quel giorno tutti dovremo portare una mascherina e quindi devono esserci. E una mascherina ogni quattro ore.
Infine, è positivo riguardo ai farmaci proposti per combattere il Coronavirus e sostiene che si avranno dei miglioramenti:
Buone notizie stanno arrivando anche dal campo dei farmaci. C’è un farmaco che viene utilizzato come antiinfiammatorio in malattie come l’artrite e che sembra essere efficace e i dati sono abbastanza promettenti.