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Eccentrico, surrealista, provocatorio, estremo: tutti aggettivi che ben esplicano il carattere e le opere del pittore spagnolo Salvador Dalí.
Salvador Dalí
Il marchese Salvador Dalí è nato a Figueres, in Catalogna, l’11 maggio 1904 in una famiglia benestante: il padre era infatti avvocato e notaio. Il giovane Salvador nasce nove mesi dopo la morte di suo fratello maggiore per meningite: egli portava il suo stesso nome e gli somigliava molto, per questo i genitori fanno credere al futuro pittore di essere la reincarnazione di suo fratello. Ciò si rivela uno shock per lui e sarà ossessionato da questa cosa per molto tempo. Cercando di assecondare le sue aspirazioni artistiche, la famiglia permette a Dalí di frequentare una scuola d’arte ed espone persino i suoi disegni a carboncino in una mostra privata nella loro villa.
Si trasferisce a Madrid dove continua i suoi studi artistici e qui si avvicina al movimento cubista prima e dadaista poi. All’Accademia d’arte si distingue non solo per la sua bravura, ma anche per il suo eccentrico modo di vestirsi e per i suoi proverbiali baffi all’insù che erano ispirati al pittore Diego Velázquez. Alla fine degli anni ’20 Salvador Dalí si unisce al surrealismo e definisce meglio il suo metodo di pittura, chiamato da lui paranoico-critico, che si propone di raggiungere il subconscio per ottenere maggiore creatività. Con l’avvento della Seconda Guerra Mondiale, Dalí si trasferisce a New York insieme alla moglie, per poi ritornare in Europa nel 1951. A questa altezza cronologica la sua fama era enorme, tanto che il poeta André Breton lo soprannominò ‘Avida Dollars’, anagramma del nome dell’artista che significava proprio ‘avido di dollari’.
In seguito alla morte della moglie Gala avvenuta nel 1982, Dalí cerca di suicidarsi più volte. Morirà nel 1989 all’età di 84 anni, a causa di un infarto. Alcune delle sue opere più famose sono: La persistenza della memoria, famoso quadro in cui sono protagonisti degli orologi da taschino che si stanno sciogliendo; Il grande masturbatore; Sogno causato dal volo di un’ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio; Metamorfosi di Narciso e molte altre.
Vita privata e curiosità
Nel 1929 il pittore spagnolo incontra la russa Elena Ivanovna Diakonova, conosciuta con il nome di Gala e moglie del surrealista Paul Éluard. I due hanno una intensa relazione clandestina, un’amore perlopiù intellettuale più che sessuale (infatti entrambi avranno numerosi amanti): decidono di sposarsi con rito civile nel 1934. Di seguito uno stralcio della lettera che Dalì manda all’ex marito di Gala:
Gala è molto avida di ricchezza e di potere. Godrà a farsi riconoscere per strada come la musa ispiratrice del più grande pittore del Novecento, Salvador Dalí. Insieme ci faremo fotografare e firmeremo autografi. Diventeremo più celebri di Picasso, l’unico che forse può ancora starmi dietro quanto a fama. Staremo sempre insieme pur non condividendo sempre lo stesso letto, inseguiremo noi stessi attraverso altri sguardi, altri corpi. Avremo amanti e saremo amati, in un corto circuito dove tutto si confonde pur restando fedele a se stesso. Il nostro è un progetto, il vostro è stato un amore come tanti e Salvador Dalí sarà per sempre l’unico uomo che sarà riuscito a renderla felice. E soprattutto, donna.
Gala fu sempre una delle muse più importanti per il pittore surrealista, ma un’altra nota musa del pittore in anni più recenti è stata Amanda Lear. A proposito del suo rapporto con Dalì, la Lear ha dichiarato in un’intervista:
Se fu un amore platonico? Beh sì, lui era impotente, non aveva figli e gli serviva una musa. Mi ha insegnato l’arte e la filosofia della vita. La moglie mi ha detto: ‘se lei vuole il mio posto questa è la mia stanza’. Non avevo mai incontrato una donna così, che non aveva la gelosia, dopo è diventata la mia migliore amica e sono rimasta con questa strana coppia più di 15 anni.