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Erba sacra ai latini, la salvia (Salvia Officinalis) si trova molto spesso nei giardini della nostra penisola. Cresce in arbusti di colore verde-grigio e ha un inconfondibile odore caratteristico e fresco. Le foglie, oltre a essere impiegate per aromatizzare e creare piatti in cucina, hanno altri molteplici usi: le proprietà cosmetiche e i benefici.
Le proprietà della salvia
La salvia è costituita chimicamente da flavonoidi, olio essenziale, derivati dell’acido caffeico, diterpeni e triterpeni e da tannini. Oltre a essere molto utilizzata in cucina, ha anche spiccate proprietà benefiche, che la rendono utile in diverse situazioni. Sono note le sue proprietà antibatteriche, astringenti, antisudorifere e antifungine. Tra di esse, quella con maggior riscontro è la capacità della pianta di aiutare concretamente in caso di eccessiva sudorazione.
Tutti i benefici sono riconducibili all’olio essenziale contenuto nella pianta stessa, che contiene chetoni, acetato di borneolo, pinene e canfora. Le foglie fresche della salvia sono da tempo usate per la pulizia e l’igiene della bocca e dei denti, grazie alle loro proprietà sbiancanti e sono spesso inserite tra gli ingredienti dei dentifrici.
Gli infusi, gli idrolati e gli estratti sono seboregolatori e astringenti, sono quindi impiegati nel trattamento di pelli grasse, impure e a tendenza acneica, per lo stesso motivo compaiono anche tra la lista degli ingredienti di alcuni shampoo per capelli grassi. In campo femminile, la salvia è impiegata nella sindrome premestruale, per combattere i disturbi come le vampate di calore. Favorisce inoltre il flusso mestruale in caso di amenorrea, in quanto stimola il sistema ormonale delle donne.
Curiosità
Fin dai tempi antichi, la salvia è ritenuta una pianta utile nell’erboristeria medica. Lo stesso nome “salvia” deriva dal latino salus, che significa salute. È considerata in assoluto l’erba della salute per eccellenza e gli usi che i Romani e i Greci ne facevano sono ampi e vari. La Scuola Medica Salernitana, una delle più famose del Medioevo, formulò una specie di proverbio, che fa ben comprendere quale fosse l’atteggiamento nei confronti di questa pianta: “Di cosa morirà l’uomo che fa crescere salvia nel suo orto”.
Nel Seicento si cominciò a produrre in Francia un aceto balsamico, detto “aceto dei quattro ladroni”, che si diceva avesse potere miracoloso nel proteggere dalle malattie infettive. Il suo ingrediente principale erano proprio le foglie di salvia, unite a un po’ di rosmarino, timo e lavanda. La storia di questo aceto ne spiega il nome: durante l’epidemia di peste che colpì la città di Tolosa nel 1630, un gruppo di ladroni razziò le case degli ammalati. Quando i malviventi furono catturati, le autorità chiesero loro come avessero fatto, dato che avevano violato numerose case infette, a non ammalarsi. I ladri risposero che avrebbero rivelato il loro segreto, cioè la ricetta a base di erbe dell’aceto, solo a patto di aver risparmiata la vita.