Sandro Penna rientra tra i cosiddetti poeti della “linea antinovecentesca”, nome scelto da Pasolini per presentare una produzione letteraria degli anni trenta, in clima ermetico.
Sandro Penna (Perugia, 12 giugno 1906 – Roma, 21 gennaio 1977) è stato un poeta italiano. Cresce in una famiglia borghese passando un’infanzia non sempre delle migliori per via delle sue allergie e frequenti bronchiti. Nonostante i problemi di salute e la separazione dei genitori si diploma e trova la sua passione: la letteratura. Tra i suoi autori preferiti Leopardi, i francesi Rimbaud e Baudelaire e il noto Oscar Wilde.
Intorno ai vent anni scopre la poesia e decide di sperimentarsi attraverso questa modalità d’espressione. Entra anche in contatto con molti esponenti del settore come Umberto Saba e gli artisti fiorentini del “Caffè Le Giubbe Rosse”.
Si trasferisce a Roma e qui conosce altri poeti tra cui Carlo Emilio Gadda ed Enrico Falqui. Nel giro di poco tempo si trasferisce a Milano, qui lavora come correttore di bozze per Bompiani e inizia a pubblicare i primi versi. Tra questi sono noti “Corrente”, “Letteratura”, “Il Frontespizio” e altri raccolti successivamente.
Oltre alla poesia si dedica anche alla prosa pubblicando diversi libri. Tra i più noti si ricordano “Appunti” e “Arrivo al mare”, ma soprattutto “Una strana gioia di vivere” e “Poesie” che oltre a raccogliere i consensi di intellettuali tra cui Pasolini, gli fanno vincere il Premio Viareggio. Molti colleghi, tra cui Giorgio Caproni, sostengono il suo lavoro attraverso recensioni positive.
Dopo il Premio Viareggio seguono diversi riconoscimenti importanti.
Nel 1958 pubblica “Croce e delizia” e diversi anni dopo “Tutte le poesie” con cui vince il Premio Fiuggi. I riconoscimenti non gli consentono comunque alcuna stabilità economica, e con la morte della madre torna a vivere nella sua casa.
Inoltre la vecchiaia gli porta numerosi problemi fisici, tra cui la perdita dei denti che lo porta a dormire poco e uscire ancora meno. Non abbandona l’attività letteraria che continua ad essere premiata fino a pochi giorni prima della morte. Nel 1977 vince il “Premio Bagutta” per il suo ultimo volume, “Stranezze”.