Sanremo 2019: Fabio Rovazzi e il toccante saluto al padre

Fabio Rovazzi ospite della terza serata di Sanremo 2019 ha fatto ballare e ha commosso il pubblico del Festival.

Fabio Rovazzi è stato una vera e propria scoperta durante quest’ultimo festival di Sanremo. Il cantante, dopo aver interrotto la sua collaborazione con la casa di produzione di Fedez ed essersi dedicato completamente alla produzione dei suoi ultimi pezzi, è stato scelto per condurre assieme a Pippo Baudo Sanremo Giovani e, durante la terza serata del Festival, è salito sul palco per portare all’Ariston una grossa dose di ignoranza (lo ha detto lui) e anche di commozione.

Fabio Rovazzi a Sanremo: Andiamo a Comandare

Soltanto Fabio Rovazzi, con il suo fisico da lanciatore di coriandoli e l’espressione impassibile con cui sembra affrontare qualsiasi momento della propria vita, poteva riuscire nell’impresa di far ballare all’impomatato pubblico di Sanremo della sana musica techno.

Per raggiungere il palco e conquistarsi indisturbato il proprio momento di gloria, Rovazzi ha chiuso Claudio Baglioni nel suo camerino per prenderne il posto. Un agitatissimo Claudio Bisio, ancora una volta magistrale spalla comica dell’ospite di turno, si ritrova in mano un copione improvvisato con cui presenta un “poco egocentrico” Distruttore Artistico del Festival: si tratta dello stesso Rovazzi, che sale sulla scenografia all’insaputa del regista e si trova a non poter scendere dalla scala (che semplicemente non era stata ancora aperta).

Andiamo a Comandare non fa soltanto alzare in piedi le prime file, ma anima tutto il teatro, che si trasforma brevemente in una discoteca in piena regola. E mentre l’ignoranza infiamma i cuori, il fido Filardo (che l’anno scorso aveva curato tutti gli interventi musicali di Pierfrancesco Favino) smette di essere fido e decide di ammutinarsi: “E’ il punto più basso della mia carriera!” dice sdegnato, mentre va via.

Violino e leggio per Rovazzi a Sanremo

Dopo l ‘ammutinamento di Filardo anche l’orchestra dell’Ariston si rifiuta categoricamente di continuare a suonare per Fabio Rovazzi. Solo un timido violinista mette il suo archetto a disposizione: è il momento di una lettura drammatica e recitata di uno dei testi più famosi del cantante che, ancora una volta, strappa applausi e approvazione al pubblico in sala.

Terminato il tragico monologo, Bisio torna sul palco e riesce finalmente a strappare a Rovazzi la confessione che sì, è stato lui a chiudere Baglioni nel camerino. Dopo aver ceduto le chiavi in cambio del ritorno di Filardo, Rovazzi torna a esibirsi, accompagnato dall’immancabile Baglioni (finalmente liberato) e dall’improvvisa apparizione di Fausto Leali (che comunque non sapeva la canzone).

Fabio Rovazzi saluta suo padre

E mentre l’allegria e gli applausi accompagnano la fine dell’esibizione di Fabio Rovazzi, il cantante chiede il permesso di dire due parole. La commozione prende all’improvviso il posto dell’adrenalina quando Fabio dedica a suo padre il momento che ha appena vissuto, arrivando a cantare e a esibirsi sul palco dell’Ariston durante il Festival. “Lo share di Sanremo è così alto che magari arriva anche lassù” ha detto il cantante, lasciando intendere che suo padre è morto qualche tempo fa. Dopo essersi finalmente congedato da suo padre, mentre non era riuscito a farlo quando era ancora vivo, Fabio Rovazzi ha lasciato il palco accompagnato da un sincero scrosciare di applausi.

Scritto da Olga Luce

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