Sanremo 2019, Negrita: cosa significa I ragazzi stanno bene

Olga Luce

Olga Luce, nata a Napoli nel 1982, è diplomata al liceo classico. Scrive di cronaca, costume e spettacolo dal 2014. Il suo motto è: il gossip è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo (quindi tanto vale farlo bene)! Ha collaborato con Donnaglamour, Notizie.it e DiLei. Oggi scrive per Donnemagazine.it

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I Negrita a Sanremo 2019 fotograferanno in musica l’Italia contemporanea e soprattutto la difficile situazione politica in merito al tema dell’immigrazione.

Il gruppo rock toscano parla dei giovani e delle loro aspirazioni in un brano che è un ode alla forza e alla speranza.

Negrita a Sanremo tra politica e Rock

A Sanremo si canta d’amore: forse nessuno aveva avvertito i Negrita, i quali hanno deciso di presentarsi con un brano che porta una forte critica sociale e politica all’Italia attuale con precisi riferimenti a fatti molto noti e personaggi di spicco.

Non è difficile intuire, infatti, che il Capitano a cui fanno riferimento Pau & Co sia Matteo Salvini e che la necessità di “fare pace con il mondo dei confini e passaporti/dei fantasmi sulle barche e di barche senza un porto” sia una fotografia impietosa e chiarissima degli ultimi fatti di cronaca.

E’ probabile che proprio la tematica fortemente schierata della canzone dei Negrita abbia fatto sì che Baglioni la selezionasse per il Festival, quello stesso Baglioni che si è sentito dire dai vertici Rai che proprio il suo fin troppo chiaro schieramento politico contro l’attuale governo gli precluderà l’opportunità di organizzare il Festival per il terzo anno consecutivo.

I ragazzi di cui parlano i Negrita non si lasciano ingannare dai sogni di gloria venduti a poco prezzo dai talent show (non ho tempo per brillare, voglio esplodere) e che sono ancora in grado di pensare con la propria testa in cerca della libertà.

I Ragazzi Stanno Bene Testo

Tengo il passo sul mio tempo concentrato come un pugile
sarà il peso del mio karma o la mia fortitudine
con in mano una chitarra e un mazzo di fiori distorti
per fare pace con il mondo dei confini e passaporti
Dei fantasmi sulle barche e di barche senza un porto

Come vuole un comandante a cui conviene il gioco sporco
Dove camminiamo tutti con la testa ormai piegata
E le dita su uno schermo che ci riempie la giornata
Ma non mi va
Di raccogliere i miei anni dalla cenere

Voglio un sogno da sognare e voglio ridere
Non mi va
Non ho tempo per brillare voglio esplodere
Ché la vita è una poesia di storie uniche

E poi trovarsi qui sempre più confusi e soli
Tanto ormai non c’è più tempo che per essere crudeli
E intanto vai, vai che andiamo dentro queste notti di stelle
Con il cuore stretto in mano e con i tagli sulla pelle

Ma i ragazzi sono in strada, i ragazzi stanno bene
Non ascoltano i consigli e hanno il fuoco nelle vene
Scaleranno le montagne e ammireranno la pianura
Che cos’è la libertà? Io credo: è non aver più paura
Di piangere stasera, di sciuparvi l’atmosfera
E di somigliare a quelli come me

Non mi va
Di lasciarmi abbandonare, di dovermi abituare
Di dovermi accontentare
Sopra di noi la gravità

Di un cielo che non ha pietà
Pezzi di vita che non vuoi perdere
Giorni di festa e altri da lacrime
Ma ho visto l’alba e mette i brividi, i brividi…