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Il monologo di Rula Jebreal era uno dei momenti più attesi della prima serata del 70° Festival di Sanremo. La giornalista palestinese, citando alcune canzoni che hanno fatto la storia della musica italiana, ha parlato di violenza sulle donne, della sua infanzia e del suicidio della madre. Parole a dir poco toccanti.
Sanremo: Rula Jebreal monologo
Rula Jebreal, ospite della prima serata della settantesima edizione del Festival di Sanremo, ha regalato al pubblico un monologo che di certo entrerà nella storia della kermesse. La giornalista palestinese ha esordito: “Noi donne siamo sempre colpevoli: o perché siamo troppo disinibite, o perché siamo troppo belle o troppo brutte. (…) Negli ultimi tre anni in media 88 donne al giorno hanno subito abusi o violenze in Italia. Ogni tre giorni ne viene uccisa una. Nell’ottanta per cento dei casi il carnerneficie ha le chiavi di casa”. Rula è cruda, non nasconde i numeri che riguardano il femminicidio e non si tira indietro quando deve parlare del suicidio di sua madre, avvenuto dopo essere stata vittima di numerosi stupri da parte di suo papà. La Jebreal ha proseguito: “(…) Io sono diventata la donna che sono grazie a mia madre, mia figlia, che è seduta in mezzo a voi. (…) Lasciateci essere quello che vogliamo. Donne in carriera o mamme, è uguale. (…) Domani parliamo del mio vestito, di come sono vestita stasera. Fatemi le domande che volete. Ma che non si chieda mai più ad una donna come era vestita dopo aver subito uno stupro”. Rula è finita in lacrime e tutta la platea di Sanremo 2020 non ha potuto fare altro che applaudire le sue parole, che più che un monologo sono apparse come un grido disperato.
Le canzoni del monologo
Nel corso del suo bellissimo monologo, Rula ha scelto di intervallare pensieri davvero forti con canzoni che hanno fatto la storia della musica italiana. Il primo brano citato non poteva che essere La Cura di Franco Battiato: “Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, Dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, Dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai”. Seconda canzone, che arriva dopo aneddoti terribili della sua infanzia, è La donna Cannone di Francesco De Gregori: “E con le mani amore, per le mani ti prenderò, E senza dire parole nel mio cuore ti porterò, E non avrò paura se non sarò bella come dici tu”. Infine, ultimo brano citato dalla Rubreal è Sally di Vasco Rossi: “Sally cammina per la strada senza nemmeno, Guardare per terra, Sally è una donna che non ha più voglia, Di fare la guerra”. Il monologo di Rula è il primo dei momenti più belli di questo 70° Festival di Sanremo.