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Don Mazzi contro Claudio Baglioni: il prete che è diventato un simbolo della lotta alla droga e del recupero dei tossicodipendenti ha duramente attaccato la canzone di Achille Lauro, che conterrebbe diversi riferimenti al consumo di droghe e, addirittura, per qualcuno è un chiaro inno all’ecstasy.
Don Mazzi non è il tipo di persona che mette il naso in affari che non lo riguardano. Il prete simbolo della lotta alla droga non si sarebbe mai pronunciato sul Festival di Sanremo se non fosse stato, a suo modo di vedere, strettamente necessario. Ad aver scatenato la reazione del prete che ha tentato disperatamente di salvare Fabrizio Corona da se stesso è stata la scelta di Claudio Baglioni di ammettere sul palco dell’Ariston la canzone di Achille Lauro.
Nel suo brano il trapper fa un lunghissimo elenco di personaggi famosi che hanno condotto una vita al limite, una vita “rock and roll”: da Marilyn Monroe, Billie Joe, Jimi Hendrix, Elvis Presley e alcuni altri.
C’è un nome però, privato addirittura del cognome, che deve aver fatto scattare l’allarme nel cuore di Don Mazzi: quello di Amy. Il riferimento, che appare oscuro soltanto a chi non ha idea di cosa sia successo sulla scena musicale internazionale negli ultimi vent’anni, è un tributo a Amy Winehouse.
Famosa non soltanto per la sua voce nera in un corpo di bianca, ma anche per i suoi abusi di droga e di alcool che l’hanno condotta alla morte, Amy Winehouse è morta a 27 anni. Proprio al club dei 27 (di cui fa parte anche Jimi Hendrix) Lauro fa un riferimento esplicito nel testo della canzone proprio subito prima del nome della Winehouse.
Achille Lauro sta uscendo assurdamente vincitore dal vespaio di critiche che sono piovute sul senso del suo pezzo: il trapper ha infatti affermato con soddisfazione che nessun critico ha puntato il dito contro la qualità del pezzo o dell’esecuzione, limitandosi a criticarne il messaggio (il cui valore è comunque pienamente coerente con lo stile della trap).
Lauro ha ripetuto più volte che il suo intento non è quello di celebrare l’uso di droghe, ma di mettere in luce personaggi e simboli di un certo tipo di vita e di arte.
A sostenere la sua tesi compaiono anche nel testo di Rolls Royce i nomi di Van Gogh e Joan Mirò, due artisti completamente estranei all’abuso di droghe.
Nonostante la convinta difesa del proprio lavoro, Achille Lauro ha offerto nuovamente il fianco alle critiche di Don Mazzi scegliendo di duettare, durante la quarta serata del festival, con un artista che quasi dieci anni fa ha dichiarato pubblicamente e senza alcuna riserva di fare uso di cocaina.
Per quella dichiarazione Morgan pagò un prezzo molto caro e interruppe qualsiasi rapporto con il Festival di Sanremo, rapporto che è stato ricucito a stento, proprio quest’anno.
E’ possibile quindi che Baglioni si sia sbagliato e che Don Mazzi abbia ragione? Forse il direttore artistico del Festival ha sbagliato, ma del resto come ha ammesso lui stesso, non ci potrebbe essere una persona meno esperta e meno informata di lui in fatto di droghe.