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La vittoria di Mahmood al 69° Festival di Sanremo continua a far discutere, non tanto lui, quanto per il sistema di voto che lo ha decretato come tale.
A parlare è Mauro Pagani, presidente degli 8 componenti della Giuria D’Onore, la stessa che è stata fondamentale nell’elezione di Mahmood come rappresentante della musica italiana nel mondo. Per quale motivo il gruppo di esperti ha scelto un brano come “Soldi”?
Mauro Pagani è il Presidente della Giuria D’Onore che ha decretato la vittoria di Mahmood al 69° Festival di Sanremo. Considerando tutte le polemiche che sono sorte sul metodo di votazione della kermesse, con tanto di Codacons che parla di truffa ai danni dei cittadini e chiede il rimborso per i soldi spesi al televoto, Pagani ha voluto spiegare il perché abbiano deciso che un brano come ‘Soldi’ dovesse essere eletto come ‘rappresentativo’ del panorama musicale italiano.
Mauro, intervenuto nella trasmissione radiofonica Circo Massimo su Radio Capital, ha dichiarato: “Ultimo deve imparare a perdere, l’anno scorso ha vinto con lo stesso regolamento. Nessun dubbio su Mahmood, è la canzone meglio realizzata. Più coinvolgente dei quella della Bertè. Giuria con alto tasso di competenza, è un periodo in cui qualunque parere che non sia popolare è visto con sospetto. C’è la tendenza, secondo me non bellissima, secondo cui proprio il parere popolare deve vincere su tutto”.
Le polemiche che sono sorte con la vittoria di Mahmood hanno smosso gli animi di chiunque, sia degli artisti in gara come Ultimo e Loredana Bertè, che quelle di Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Una bufera inimmaginabile, che ha coinvolto tutti gli ambienti della nostra cara penisola, da quelli della politica a quelli dei mercati dei rioni popolari. Pagani, che ha alle spalle cinquant’anni di lavoro come polistrumentista, produttore e arrangiatore, è sconcertato da quanto sia venuto fuori con la vittoria di Mahmood, visto che ha ritenuto e continua a ritenere che il parere della ‘sua’ giuria sia “fondamentale per lo sviluppo della storia di quell’arte stessa.
Pensate a cosa sarebbe stato, nella storia della pittura, senza le segnalazioni dei critici. Il parere di uno che dice provate ad ascoltare questo o quello è fondamentale”. Mauro passa poi ad affrontare le reazioni che hanno avuto i cantanti in gara al Festival di Sanremo, soprattutto quelle di alcuni come Ultimo e Loredana Bertè.
Pagani ci tiene a sottolineare che, almeno secondo il suo parere, le reazioni ‘forti’ che alcuni cantanti in gara a Sanremo 2019 hanno avuto, sono più che giustificate, ma che comunque dovrebbero imparare qualcosa da questa ‘sconfitta’. Il presidente della Giuria D’Onore ha dichiarato: “Le reazioni da parte dei cantanti sono comprensibili: perdere non piace a nessuno, e dietro a Sanremo ci sono tanto lavoro e tante aspettative, e le delusioni sono cocenti, bruciano”.
Come sottolineato anche da Anna Tatangelo durante la puntata speciale di Domenica In, ognuno di loro, prima di esibirsi sul palco dell’Ariston, ha alle spalle un anno di duro lavoro, senza il quale non avrebbero prodotto nulla e che, appunto per questo motivo, dovrebbero essere rispettati. Pagani, ovviamente, respinge le critiche che sono state fatte alla ‘sua’ giuria e ha chiarito: “I pezzi ci erano stati mandati, la scelta di ognuno di noi è stata consigliata da un ascolto ponderato e ripetitivo di ognuna delle canzoni”.
Mauro è voluto poi tornare sul vincitore di Sanremo 2019, spiegando ancora una volta perché hanno deciso di far emergere ‘Soldi’. Il presidente della Giuria ha dichiarato: “Da subito, non c’è stato dubbio né tentennamento nel dare la vittoria a Mahmood. Per noi, e per me personalmente, ‘Soldi’ è la canzone più moderna, meglio realizzata e più interessante del festival. È stata premiata la modernità ma anche la qualità. Io faccio l’arrangiatore, e quello di ‘Soldi’ è di gran lunga l’arrangiamento più moderno e interessante.
In più, ed è un dato che ho scoperto dopo perché non sono un grande frequentatore delle radio commerciali da giovedì, quindi dopo le prime due serate il pezzo di Mahmood è il più ascoltato per distacco nell’airplay. Negli ultimi anni si è detto che bisogna uscire dalla gabbia dei pezzi sanremesi e che bisogna ringiovanire, e questo mi sembra un caso di felice combinazione delle due cose”. In conclusione, Pagani ci tiene a sottolineare che tutti i cantanti che si sono esibiti a Sanremo si devono rendere conto che in gara ci sono i loro brani e non l’artista e che imparare a perdere è una prerogativa del loro mestiere.