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Sin dagli inizi, il Festival di Sanremo ha sempre fatto parlare di se per cose avvenute sopra o dietro il palco della kermesse. In questo articolo vogliamo ricordare tutte le polemiche che hanno fatto più scalpore nella storia del festival della musica italiana.
Sanremo, le polemiche nella storia della kermesse
Proteste, rivoluzioni, atti di emancipazione e provocazioni che hanno fatto urlare allo scandalo. Nel corso degli anni al pubblico più affezionato del Festival di Sanremo non è stato certamente risparmiato ogni genere di evento destinato, per un motivo o per un altro, ad entrare nella storia della kermesse.
Adriano Celentano, per esempio, ci ha ormai abituato alle sua proteste “artistiche”, come la sua esibizione sul palco dell’Ariston mentre da le spalle al pubblico. Ma forse il suo atto di protesta più significativo è stato il suo ritiro dalla manifestazione nell’edizione del 1973, come gesto di protesta per l’esclusione di alcuni artisti tra cui l’amico Lucio Dalla.
Il tema della sessualità invade il palco più casto d’Italia
Nel 1978 Rino Gaetano arriva a Sanremo con il brano “Gianna”, che contiene la parola “sesso”. È la prima volta che sul palco dell’Ariston si tocca questo tema in modo così diretto, senza metafore o giri di parole. Ma il cantautore di Crotone fa solo da apripista ad una serie di altri artisti pronti a scandalizzare l’opinione pubblica.
Tra questi anche Loredana Bertè, che nel 1986 debutta al Festival di Sanremo con il brano “Re”. La Bertè canta indossando un minidress in latex che mostra le inconfondibili curve di un pancione da gravidanza (ovviamente finto). Le polemiche sono così tante che la sua casa discografica decide di revocare il contratto precedentemente fatto firmare alla cantante.
I momenti hot
Il duo formato da Sabrina Salerno e Jo Squillo per l’occasione, nel 1991 porta sul palco dell’Ariston “Siamo donne, oltre alle gambe c’è di più” e qualcosa, oltre alle gambe lo hanno mostrato davvero.
I look delle due cantanti infatti sono composti da minigonne super corte, minidress attillatissimi senza reggiseno e bikini di qualche taglia in meno. Tutto volutamente (o forse no?) in contrapposizione con il messaggio del brano.
I gesti di protesta degli ospiti internazionali
È il 2001 quando una Raffaella Carrà visibilmente imbarazzata ma sempre professionale si trova costretta a chiedere scusa al pubblico in teatro e ai telespettatori dopo l’esibizione die Placebo. Il gruppo rock probabilmente non si era sentito capito dal pubblico in sala, abituato ad altro tipo di musica. A tale riluttanza quindi, il leader della band britannica rispose spaccando la chitarra addosso ad un amplificatore e urlando un “vaffa” indirizzato alla platea.
Protesta ben più pacifica ma di grande effetto quella attuata dai Queen, ospiti alla kermesse nel 1984. Tutto ha inizio quando la RAI impone a Freddy Mercury di cantare in playback. Per protesta, il celebre frontman ha “cantato” tenendo volutamente lontano da se il microfono e facendo notare quanto tutto fosse finto e nessuno stesse cantando o addirittura suonando dal vivo.
La protesta dell’orchestra
A proposito di proteste, storica è quella dell’orchestra in occasione di Sanremo 2010, quando si ribella in occasione dell’eliminazione di Malika Ayane dopo che il televoto aveva premiato il trio formato dal principe Emanuele Filiberto, Luca Canonici e Pupo con il brano “Italia amore mio”. Impossibile dimenticare i fischi e gli spartiti stropicciati e lanciati a terra.
In molti la ricordano come l’ultima immagine prima dello scoppio della pandemia da Coronavirus. Stiamo parlando della lite tra Bugo e Morgan, consumata in diretta sil palco dell’Ariston.
Durante l’esibizione, Morgan cambiò le parole del brano in gara come protesta contro il collega. Bugo abbandonò il palco e un Morgan con l’espressione da “finto inconsapevole” pronunciò le parole ormai diventate celebri (almeno quanto il testo modificato del brano): “Che succede?”.