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Negli ultimi giorni, l’attenzione del pubblico britannico è stata catturata da un’inchiesta condotta dal Sunday Times e dal programma Dispatches. Questa indagine ha messo in luce come Re Carlo e il Principe William possano guadagnare milioni di sterline attraverso i loro ducati, suscitando un acceso dibattito sulla gestione dei fondi pubblici da parte della famiglia reale. I ducati di Lancaster e di Cornovaglia, antiche proprietà che generano introiti significativi, sono al centro di questa controversia, che solleva interrogativi sulla trasparenza e sull’etica delle operazioni commerciali dei reali.
Secondo le stime, il Ducato di Lancaster, di proprietà di Re Carlo, ha prodotto circa 35 milioni di dollari nell’ultimo anno, mentre il Ducato di Cornovaglia, appartenente al Principe William, ha generato circa 30 milioni. Questi guadagni provengono da una varietà di attività commerciali, tra cui il pagamento di tasse per attraversamenti fluviali e l’uso di servizi pubblici. La questione si complica ulteriormente quando si considera che i reali beneficiano di un accordo speciale con il Tesoro britannico che li esenta dal pagamento delle tasse sui profitti aziendali.
Questo ha portato a una crescente richiesta di maggiore trasparenza nella gestione delle finanze reali.
Le accuse mosse contro Re Carlo e il Principe William hanno suscitato reazioni contrastanti nel Regno Unito. Mentre alcuni cittadini chiedono una revisione del sistema che regola le proprietà reali, altri difendono i reali, sostenendo che operano all’interno di un sistema legale e tradizionale. Ian Pelham Turner, esperto reale, ha paragonato la situazione a uno scandalo di grande portata, suggerendo che potrebbe rappresentare un punto di svolta per la monarchia.
In questo contesto, il Principe William ha recentemente attirato l’attenzione per la sua scelta di non divulgare l’importo delle tasse pagate sui guadagni del Ducato di Cornovaglia per l’anno finanziario 2023-2024, alimentando ulteriormente il dibattito sulla trasparenza.