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L’abito tradizionale di Scanno ha attirato nel tempo l’attenzione di numerosi storici, che di fatto hanno cercato di raccogliere un numero sempre crescente di informazioni sulla storia di questo elemento identitario della cultura abruzzese.
Sulle origini di quest’abito, vi sono opinioni discordanti, c’è chi sostiene che sia di origine orientale e chi sostiene che sia di provenienza longobarda. L’indecisione è da collegare certamente alla molteplicità di popoli che nel corso dei secoli hanno invaso l’Abruzzo, lasciando dei segni tangibili del proprio passaggio e dei propri usi e costumi.
L’abito tradizionale di Scanno non è rappresentativo soltanto della cultura di questo paese, ma dell’intero Abruzzo. Si tratta di un indumento affascinante, che è in grado di conferire alla donna che lo indossa un maestoso portamento, quasi regale. Ancora oggi le anziane donne che vivono nel centro storico del paese, indossano giornalmente l’abito e in tal modo contribuiscono a mantenere viva una tradizione secolare.
Questa importantissima componente del patrimonio abruzzese, consiste in una lunga, sontuosa e voluminosa gonna, che può essere realizzata con varie tipologie di stoffa. In antichità in genere, il materiale della stoffa scelto poteva addirittura indicare ceto e condizione sociale di chi la indossava.
All’origine della creazione dell’abito tradizionale di Scanno, per la realizzazione della gonna veniva impiegato un ingente metraggio di stoffa e questo aspetto aveva delle ripercussioni anche sul peso dell’indumento, che in generale arrivava a pesare fino a quindici chili.
La gonna si caratterizzava per essere semplice nella sua maestosa eleganza: scandita da numerose pieghe e dotata di una striscia sul bordo inferiore, meglio nota come “la pedèra”, che serviva a proteggere il fondo dell’abito da polvere e fango.
La seconda parte dell’abito era composta da un elegantissimo corpetto, meglio conosciuto con l’appellativo di “Ju cummudene”, caratterizzato da maniche ampissime e ristrette sui polsi. Tale corpetto si allacciava dalla parte anteriore tramite un’unica lunga fila di bottoni, che termina con la cosiddetta “buttunera”, ossia un’elegante bottoniera a triangolo rovesciato.
L’abito tradizionale era infine impreziosito da eleganti accessori posti sul capo. Inizialmente era comune l’uso di un piccolo cappello, conosciuto come “Ju cappellitte” e poi ai cosiddetti “lacci”, ovvero dei cordoncini di seta, avvolti a spirale nei capelli, a loro volta rigorosamente sistemati in delle eleganti trecce.
Di recente a Scanno, è nato il Fondo Abito Scanno Tradizione e Innovazione, che punta a far ottenere all’abito di Scanno, il prestigioso riconoscimento di “Patrimonio dell’Unesco”.
Non solo, l’obiettivo principale della Fondazione è quello di conservare e promuovere il patrimonio del passato affinché sia portato avanti dalle nuove generazioni. Far vivere quindi le tradizioni antiche nella contemporaneità e diffonderle il più possibile, al fine di salvaguardare i tratti culturali più importanti dell’Abruzzo, proprio come l’abito tradizionale di Scanno.
In sostanza, la Fondazione sta cercando di rendere l’abito tradizionale di Scanno immortale, considerata l’importanza che questo riveste nell’intero paese e nell’intera regione Abruzzo.
Foto: Regione Abruzzo
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