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Chiara Gualzetti, di soli 16 anni, era scomparsa da casa il 28 giugno.
Il suo corpo è stato trovato in un bosco a Monteveglio nel Bolognese. Un amico della ragazza è stato interrogato e ha confessato l’omicidio.
Chiara Gualzetti è scomparsa nella giornata di ieri, lunedì 28 giugno. Si è allontanata da casa di mattina e nel pomeriggio i genitori hanno avvisato le forze dell’ordine.
Gli appelli per ritrovarla sono stati condivisi sui social e condivisi anche dal sindaco del comune di Valsamoggia, Daniele Ruscigno. “Una tragedia per tutta la famiglia e per l’intera comunità” ha scritto il primo cittadino quando è stato trovato il corpo della ragazza. La famiglia di Chiara Gualzetti vive in una casa a Monteveglio. Si tratta di una zona isolata, ma non sperduta, anzi solitamente è molto frequentata, soprattutto nei weekend.
Dopo il ritrovamento del corpo di Chiara Gualzetti, vicino ad un bosco, è stato interrogato dai carabinieri un ragazzo minorenne, che avrebbe fatto delle ammissioni. Il giovane aveva un appuntamento con la 16enne. Il corpo della ragazzina presentava ferite da arma da taglio al collo e altre lesioni, come se qualcuno l’avesse anche picchiata. Alla fine l’amico minorenne ha confessato l’omicidio.
I carabinieri hanno cercato di capire quando è morta la 16enne, anche perché durante la giornata è passata molta gente e qualcuno potrebbe averla notata.
Le forze dell’ordine hanno controllato i suoi contatti, soprattutto sui social. Volevano capire chi frequentava per sciogliere il mistero di questo omicidio. Un giovane è stato interrogato dai carabinieri e ha fatto delle ammissioni importanti, che si sono poi trasformate in una vera e propria confessione. Il ragazzo aveva appuntamento con Chiara Gualzetti. Il padre e la madre della 16enne non hanno avuto la forza di parlare con i giornalisti, ma hanno espresso su Facebook la loro gratitudine verso le forze dell’ordine e la protezione civile.
Il minorenne è stato l’ultimo ad averla incontrata, per questo è stato interrogato. Nella notte è scattato il fermo con l’accusa di aver colpito più volte la ragazza. Alla fine il giovane ha confessato. I pm indagano per omicidio aggravato dalla premeditazione e dal fatto che la vittima aveva meno di 18 anni. Secondo loro il ragazzo ha pianificato tutto e l’appuntamento era una trappola per la 16enne.
Ancora da valutare lo stato mentale del ragazzo, che ha ricostruito in modo lucido e preciso il delitto, ma non ha dato spiegazioni sul movente. Ha dichiarato di aver agito sulla base di una spinta, di una voce interiore che lo ha spinto ad uccidere. Ha aggiunto che la ragazza, che secondo lui aveva un interesse sentimentale, gli ha espresso il desiderio di morire. La Procura sta valutando l’accertamento psichiatrico.
Dall’interrogatorio è emerso che i due si frequentavano ma non avevano una relazione sentimentale. Per capire il loro rapporto e ricostruire il movente i carabinieri stanno sentendo le persone con cui avevano avuto contatti.