Si dice che Michelangelo, impressionato dalla verosimiglianza e dall’autenticità della propria opera – la statua di Mosé conservata nella Basilica di San Pietro in Vincoli a Roma, abbia chiesto “Perché non parli?!” all’indirizzo del blocco di marmo.
Osservando un dipinto qualsiasi, di sicuro un po’ a tutti, almeno una volta nella vita, sarà capitato di immaginare di cosa avrebbero cianciato i personaggi ritratti se fossero stati dotati della facoltà di parola.
Qualcuno dotato di notevole acume ironico ci è pensato, e ha deciso di provare a dare una divertente risposta al secolare quesito. Si tratta di Stefano Guerrera, gestore della pagina Facebook Se i quadri potessero parlare, uno spazio virtuale molto seguito (più di mezzo milione di utenti) nel quale a intervalli irregolari vengono pubblicate le immagini derivanti dai quadri più popolari della storia dell’arte corredati da un commento ironico che di solito si può considerare una battuta pronunciata da uno dei soggetti raffigurati.
Si va dall’iconico Bacio di Hayez (”Stai a mette troppa lingua, ‘ci” – il dialetto romano è molto usato), alla Dama con l’ermellino di Leonardo (che grazie alla bestiola progetta cambi d’abito ben poco ecologici), passando per un Botero post-banchetti natalizi e finendo con oscure minacce nei confronti di Peppa Pig da parte di pittori olandesi.
Amatissimo dai propri fan, Guerrera, che l’anno scorso si è concesso anche una passeggiata nella capitale nei panni di Luigi XIV, si destreggia abilmente tra irriverenza affettuosa verso il mondo dell’arte, riferimenti pop (Sailor Moon, i Pokemon, le merendine, la moda dei/delle selfie) e il motto di spirito folgorante che riporta a un livello terreno e popolare un ambito – quello dell’arte pittorica – troppo spesso relegato a un Empireo inaccessibile.
Foto: Facebook – Se i quadri potessero parlare