Il seitan fa male? È una domanda che si pongono in tanti. Scopriamo, allora, quali sono i pregi e i difetti di questo alimento.
L’abuso, si sa, non è mai un bene, in nessun caso. Vale per gli alimenti tipici della cucina onnivora ma anche, per non dire soprattutto, per quelli della tradizione vegana. Come il seitan, appunto. Avendo una così alta concentrazione di proteine, potrebbe non fare poi così bene all’organismo. Ma a quali rischi si va incontro facendone un consumo eccessivo? Proviamo a capirlo insieme e a valutare i pro e i contro di quello che è ormai diventato un ingrediente d’uso comune.
Rischi per la salute
La prima regola d’oro da seguire, quando s’inserisce il seitan nella propria alimentazione, è quella di non consumarlo da solo. Povero di grassi, pieno zeppo di proteine, va mangiato insieme a qualcosa che contenga una certa dose di amminoacidi. I legumi, ad esempio, con cui si sposa alla perfezione per due ragioni. Sia da un punto di vista del gusto che sotto il profilo nutrizionale, perché i secondi compensano le mancanze del primo.
Consumare il seitan isolatamente e troppo spesso potrebbe favorire, di contro, la comparsa di varie controindicazioni. Porterebbe, innanzitutto, ad una assunzione addirittura eccessiva di glutine, con tutti i rischi che ciò comporta. Gli stessi, grosso modo, che sono causati da una dieta a base di sole proteine. Senza dimenticare che il seitan, mangiato dopo un piatto di pasta, causerebbe un vero e proprio surplus di glutine. Cosa che, a lungo andare, potrebbe mandare in tilt l’organismo e costringere a lunghe terapie ricostituenti.
Il rischio che il seitan possa favorire la comparsa della celiachia c’è e, purtroppo, è concreto. Chi è intollerante al glutine deve quindi starne alla larga, onde evitare di compromettere ulteriormente il proprio stato di salute. Meglio cercare le proteine altrove, in cibi che ne contengano una quantità inferiore. Oppure, al massimo, consumarne porzioni ridotte e misurate, evitando di abusarne o di mangiarlo troppo spesso.
Come mangiare il seitan
Il seitan si consuma come un qualunque secondo piatto. Lo si deve considerare alla stregua del pesce e della carne, se vogliamo. Perciò, si prepara a mo’ di bistecche o scaloppine, sfumato col vino bianco, con l’acqua, con l’aceto balsamico e, perché no, con quello di mele. Si può tranquillamente cuocere in padella, aromatizzato con le spezie che si preferiscono, con o senza panatura. Trattandosi di un composto piuttosto malleabile, può inoltre assumere la forma di un medaglione o di una vera e propria fetta di carne. Versatile com’è, è uno di quegli ingredienti che non pongono limiti alla fantasia. Ci si può davvero sbizzarrire e divertirsi a creare piatti sempre nuovi e gustosi.
All’occorrenza, qualora si desideri preparare una scorta di condimento per la pasta, può anche essere preparato sotto forma di ragù. Basta tritarlo come si fa con la carne di maiale e di vitello, soffriggerlo con carote, cipolle e sedano, ed ecco pronta una salsa rustica da leccarsi i baffi. Che si può usare anche, se lo si desidera, come condimento per secondi in umido..
Calorie del seitan
Non tutti lo sanno, ma il seitan non è solo l’alimento principale dell’alimentazione di tipo vegan. È anche, per non dire soprattutto, il miglior amico che una donna e un uomo fuori forma possa avere. Il seitan, pur essendo ricco di proteine, ha un bassissimo apporto calorico. Va da sé, quindi, che sia altamente consigliato a chi da sempre lotta contro chili e grasso di troppo. Sazia ma non ingrassa. Cosa c’è di meglio?
Entrando più nello specifico, gli esperti riferiscono che il seitan contiene qualcosa come 300 calorie ogni 100 grammi. Bazzecole, se si considera che il seitan sazia subito e che ha una bassa percentuale di grassi saturi al suo interno. Insieme a verdure o legumi, dà la possibilità di consumare un pasto completo e nutriente pur senza attentare alla linea. Va bene sia a pranzo che a cena perché è una pietanza eclettica e piuttosto leggera seppur nutriente.
Valori nutrizionali
I valori nutrizionali del seitan puro, quello fatto in casa, variano in base al tipo di prodotto che si compra. Un etto di quello classico contiene 24 grammi di proteine, 5.8 di carboidrati, 2.2 grammi di grassi e altrettanti di fibre vegetali. Si fa con la farina manitoba, con l’acqua, il brodo, la salsa di soia e l’alga Kombu. Tutti ingredienti ipocalorici e sani da un punto di vista nutrizionale.
Sono dei valori completamente diversi, invece, quelli indicati sul retro del seitan preconfenzionato. Questo dipende dal fatto che la grande distribuzione lo prepara con salsa di soia, verdure ed erbe aromatiche. Spesso anche con delle spezie, cosa che naturalmente fa lievitare i valori nutrizionali di grassi e carboidrati. Anche in questo caso resterebbe, comunque, un alimento ipocalorico.
Il segreto per renderlo leggero è quello di scegliere gli ingredienti giusti per il brodo in cui cuocerlo. Suggeriamo sedano, carote e cipolle, che danno gusto ma senza appesantire.