Selvaggia Lucarelli: “Volevano ricattarmi per un video hard non mio”

Laura Anna Gritti

Architetto di formazione montessoriana, classe 1980 e bergamasca DOC, preferisco scrivere piuttosto che parlare. Ottima ascoltatrice e pessima osservatrice, con i miei testi mi piace riportare in maniera comprensibile a tutti anche gli argomenti più complessi. Appassionata di edilizia tradizionale e di jazz, adoro scrivere di trash per aggiungere quel pizzico di cinismo che riporta con i piedi per terra anche i sognatori incalliti.

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Sentire affiancare il nome di Selvaggia Lucarelli ad un video hard suona un po’ strano.

Eppure è accaduto, qualche tempo fa. Ne ha parlato direttamente la giornalista raccontando un episodio decisamente spiacevole che le è capitato. Condito da tanto di ricatto bello e buono. Fortunatamente lei non si è lasciata prendere dal panico, dopo il primo momento di sgomento ha ripreso in mano la situazione ed è andata fino in fondo per capire da dove saltasse fuori questo video incriminato e ha risolto la situazione.

Il ricatto a Selvaggia Lucarelli

L’occasione per rispolverare il ricatto legato ad un presunto video hard in cui compariva la giornalista e opinionista Selvaggia Lucarelli è stata un’intervista. Il quotidiano ‘La Verità’ ha infatti intervistato la Lucarelli per conoscere la sua opinione in merito a casi di attualità che riguardano in particolare due donne, due vittime: Giulia Sarti, con le sue foto hot finite in rete, e Imane Fadil, testimone chiave nel processo Ruby.

Una cosa tira l’altra e la Lucarelli ha voluto parlare di un caso di ricatto che l’ha toccata direttamente in passato.

Un giorno, anni fa, mi arrivò una telefonata da Lele Mora” spiega Selvaggia Lucarelli parlando con l’intervistatore del quotidiano ‘La Verità’. Durante la telefonata Mora la mise in guardia: “Guarda che c’è un tizio che ha un video in cui tu fai sesso e sta cercando di venderlo in giro“.

Un bel colpo basso. “Il primo impulso, che non riuscii a trattenere, fu quello di scoppiare a piangere“. Quello che probabilmente capita a tutte le persone che si sentono dare una notizia di questo tipo. Non che tutti girino filmini hard dentro le mura di casa, ma sicuramente se qualcuno lo ha fatto, sentirsi dire così porta subito scompiglio. E sfiducia nei confronti del partner con cui si è girato il filmino.

E se non si ha memoria di aver fatto nulla del genere, viene da domandarsi se qualcuno non avesse piazzato una telecamera nascosta per chissà quale motivo.

La minaccia del video hard

La Lucarelli ha affrontato molto bene la situazione, grazie anche all’aiuto di Lele Mora: “Mi fece coraggio, indagai, provai a risalire la catena; chiesi chi fosse il tipo, lo individuai, e solo così, dopo giorni di angoscia, ebbi la certezza che la ragazza del video non fossi io“.

Poco male, perché se comincia a circolare la voce che c’è un video hard con Selvaggia Lucarelli, anche se in realtà lei non c’è, ma si vede una ragazza che le somiglia, è facile che il primo istinto di molti sia quello di non approfondire la cosa e andare alla ricerca in rete di questo video. Alimentando una bolla di sapone che, prima di scoppiare e dissolversi, può comunque causare grandi danni.

Riguardo il caso Sarti, con il caso di ‘revenge porn’ che sta riguardando il mondo politico italiano, la Lucarelli ha spiegato che già nel 2016 le era stata segnalata da uno sconosciuto una cartella incriminata che veniva chiamata addirittura ‘la Bibbia’ con tante immagini compromettenti. Comprese quelle della deputata 5 Stelle Giulia Sarti. La giornalista volle segnalare la cosa alla Sarti passando attraverso Marco Travaglio, che le diede il contatto.

Ma la Sarti non rispose mai.