Il Festival di Venezia 2019 sarà presieduto, come ogni anno, da una giuria formata da personalità celebri del mondo del cinema internazionale. A sedere tra i giurati quest’anno ci sarà un vero e proprio gigante della cinematografia giapponese, che con il suo stile cruento e visionario ha gettato le basi per l’immaginario cyberpunk alla fine dello scorso millennio. Pluripremiato a Venezia, Shin’Ya Tsukamoto è una vecchia conoscenza del Lido veneziano ma non era mai stato chiamato al Festival in veste di giurato.
Shin’Ya Tsukamoto, il genio del cyberpunk
Shin’Ya Tsukamoto è nato a Tokio il primo gennaio 1960. Appassionato di teatro fin da ragazzo, è diventato nel corso degli anni un artista estremamente versatile, che è arrivato a curare anche sceneggiatore, montaggio, fotografia e produzione delle sue opere.
Acclamatissimo regista che si è reinventato anche in veste d’attore, Shin’Ya Tsukamoto è stato battezzato in patria “figlio di Cronenbeg” a causa del fatto che la sua opera è stata profondamente influenzata dall’estetica e dalle tematiche che il regista canadese: entrambi indagano profondamente le mutazioni del corpo e l’esplosività delle sensazioni umane, di cui l’uomo è inevitabilmente preda.
Queste tematiche si ritrovano già nel primo capolavoro di Shin’Ya Tsukamoto, il famosissimo Tetsuo, il lungometraggio indipendente prodotto con un budget bassissimo nel 1989 e che gettò le basi per l’estetica del movimento cyberpunk. Nel lungometraggio si fece ampio uso della tecnica dello slow motion, che venne ampiamente ripresa in seguito da altri film dello stesso genere.
Una costante delle opere di Shin’Ya Tsukamoto è la fotografia che fa assumere a ogni scena connotati simbolici e fortemente evocativi, compensati da un montaggio frenetico, che porta in scena una visione artistica che un secolo fa fu propria del movimento delle avanguardie artistiche, in particolare quella surrealista e futurista.
In Italia la diffusione dei lungometraggi del regista nipponico è stata favorita e curata principalmente da Enrico Ghezzi e dal suo programma Fuori Orario in onda in seconda serata su Rai 3. Durante il programma vennero mandati in onda nel corso degli anni alcune delle opere principali di Shin’Ya Tsukamoto. Nei primi anni 2000 fu anche realizzato un cofanetto che racchiudeva le prime due opere del regista (Tetsuo e Denchu Kozo) e che conteneva interviste, approfondimenti e contenuti inediti.
Le vittorie al Festival di Venezia
Già nel 2002 il regista venne premiato a Venezia per il film A Snake of June ricevendo il Premio della Giuria. Il suo ritorno in Laguna avverrà nel 2009: quell’anno Shin’Ya Tsukamoto presenta alla giuria la terza parte della trilogia di Tetsuo, ma non ottiene alcun premio.
Dovrà aspettare altri due anni per vincere la sezione Orizzonti del Festival di Venezia con il film Kotoko, in cui il regista compariva anche come attore nei panni di coprotagonista. La pellicola ebbe come protagonista la cantautrice Cocco, che interpretò il ruolo di una madre paranoide e autolesionista che in una spirale discendente di follia rischia di perdere e uccidere suo figlio.