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Lo shopping è l’ennesimo ambito in cui, alla fine del secondo decennio del nuovo millennio, gli stereotipi di genere si stanno capovolgendo. Se una volta era facile abbinare al sesso femminile l’abitudine a spendere soldi in abiti e accessori, oggi pare che le cose siano profondamente cambiate e che l’Italia sia all’avanguardia per una nuova tendenza che investe soprattutto il settore del fashion ma che si allargherà, probabilmente, anche ad altri settori merceologici come quello del wellness e della personal care.
Shopping: gli uomini italiani spendono e spandono
Il cliché secondo cui gli italiani sarebbero particolarmente attenti allo stile ha ancora la sua ragion d’essere, anche se bisogna rassegnarsi all’idea che in proporzione alla popolazione, ci sono paesi che spendono molto più del nostro nel settore della moda. A guidare la classifica delle nazioni più modaiole del globo c’è il Brasile, mentre Francia e Italia si pongono in posizioni piuttosto basse. A stupire però, oltre a questo, arriva la notizia che in Italia il fatturato della moda maschile è stato molto più alto di quello dell’industria della moda femminile, a dimostrazione del fatto che anche gli uomini italiani ormai si sono fatti prendere dalla febbre dello shopping e, soprattutto, che hanno cominciato a tenere alla propria immagine molto più di quanto abbiano fatto le generazioni passate.
C’è sempre l’ipotesi che siano le donne ad acquistare abiti maschili per i propri uomini, nella speranza di trasformare trogloditi in principi azzurri partendo dal vestito, ma forse è un’ipotesi davvero pessimista.
Moda e popolazione: in Italia cambia il trend
Le donne italiane sono più numerose rispetto agli uomini: si tratta di ben due milioni di individui in più. Se ogni donna italiana spendesse anche un po’ meno di quanto spende in media un uomo per il proprio abbigliamento, le cifre sarebbero comunque a favore della moda femminile. Invece, le donne hanno speso solo 15,1 miliardi di Euro in abiti mentre gli uomini ben 17,2 miliardi di Euro.
Vuol dire che ogni donna, nell’arco di quest’anno, ha speso molto meno di un uomo nell’arco di quest’anno per rifare o allargare il proprio guardaroba. C’è da chiedersi se quella italiana sia effettivamente la spia per una vera e propria inversione di tendenza oppure se rimarrà un caso isolato in Europa e nel Mondo, dove invece il fatturato dell’industria del fashion femminile continua non solo a far registrare cifre da capogiro, ma anche in continuo aumento.
Tradizione sartoriale italiana
Fa piuttosto impressione leggere i numeri dell’industria sartoriale italiana rispetto alla produzione mondiale di abiti di alta classe. I nostri sarti, i nostri artigiani e le nostre maestranze industriali producono infatti quasi la metà dei capi maschili e più del 70% di giacche e pantaloni da uomo di fascia media e fascia alta.
E’ proprio per questo, forse, che i giovani adulti italiani hanno ricominciato a educare se stessi alla sensibilità verso il fashion e in generale all’attenzione nel vestire: la rivoluzione dell’eleganza contemporanea parte da qui.