Silvio Sircana, portavoce di Romano Prodi, lo aveva affermato già ieri: "Pubblicate pure le mie foto". E' stato accontentato. Stamattina quasi tutti quotidiani hanno preso la palla al balzo e hanno pubblicato la sua gitarella per trans. Qualche quotidiano ha anche pubblicato titoli ben poco politically correct (Libero, ad esempio, con quella apertura Accontentato).
Comunque la si pensi questa gogna mediatica ha dell'incredibile; non ci sembra opportuno entrare nelle vicende personali di un personaggio pubblico arrivando a distruggere la sua famiglia. Anche perchè, diciamola tutta, le foto non sono così compromettenti.
O meglio, correggiamoci subito, possono voler dire tante cose e nessuna: il fatto che si sia fermato da una prostituta non vuol dire nulla. Nella foto si vede che sta parlando, forse qualcuno di voi lo ha sentito pronunciare parole tipo "Quanto vuoi" o "Sali in macchina"?
E se avesse chiesto da accendere, oppure un'indicazione stradale, oppure si fosse fermato per sapere se andava tutto bene? Magari si è fermato per pura curiosità, per vedere come sia un trans da vicino. Sì, questo lo giudicherete assurdo, abbiamo esagerato volutamente, ma per dimostrare che quella foto non vuol dire nulla.
Serve solo a saziare la nostra curiosità.
Forse ci sentiamo vicini a Sircana perchè da vittima si è trasformato in protagonista. Da ricattato si è trasformato in doppio ricattato. Prima da Fabrizio Corona, poi dagli avversari politici, che su questa vicenda hanno marciato con fini ben lontani dalla pubblica utilità.
D'altra parte c'è da dire che quando si tratta di un personaggio pubblico i giornali sono liberi di pubblicare ciò che vogliono. O almeno così dovrebbe essere. Ma qui entra in gioco il limite della decenza, che nel giornalismo spesso si trasforma in una differente definizione: scoop.
Ora abbiamo tutti le foto di Sircana. Possono partire gli sberleffi, possiamo mostrarci fieri agli amici con i nostri visi indignati. Che vittoria dopo una settimana di attesa.
Ne è valsa la pena?
