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Quanti di noi lavorano troppe ore al giorno, anche più del dovuto? A volte ci sta, magari dobbiamo finire qualche progetto o abbiamo delle consegne imminenti. Ma se diventa un’abitudine e influisce negativamente sul nostro rendimento, allora diventa un problema. Infatti, il lavorare troppo e male ha un nome, si chiama sindrome di burnout: ecco qui di seguito che cos’è, quali sono le cause, i sintomi e come fare per risolvere la situazione.
Sindrome di burnout: cos’è?
Partendo dal significato letterale del termine, scopriamo che la parola inglese “burnout” significa proprio “lavorare tanto e male”. Ma attenzione, facciamo una precisazione: non bisogna confondersi con l’avere troppo lavoro, più che altro sta ad indicare la sua accezione negativa. Ovvero, il modo in cui percepiamo e viviamo il lavoro interiormente, vedendolo solo nei suoi aspetti più negativi: difficile, gravoso, impossibile. La quantità infatti viene messa in secondo piano, non essendo un fattore così determinante.
Arrivando poi al significato più ampio, il termine “burnout” sta ad indicare situazioni in cui ci sentiamo esauriti, quasi depressi, dove vediamo tutto nero e non sappiamo come uscirne. L’esaurimento, o per dirla all’inglese surriscaldamento, è provocato dallo stress che ci creiamo noi stessi mentre lavoriamo o dobbiamo svolgere qualche ruolo complicato. Oltre a quello normale, ci carichiamo di altro stress che ci porta a stare male, a logorarci sia fisicamente che mentalmente.
Diventa così un circolo vizioso da cui siamo impossibilitati ad uscire e come conseguenza, va ad influire negativamente sul nostro rendimento lavorativo.
Quali sono le cause?
Sono molti i fattori che vanno in incidere sullo stress da lavoro e in particolare, sulla sindrome di burnout. Ma in particolar modo, secondo gli esperti, questa condizione si verifica in soggetti che hanno già vissuto in passato situazioni di forte disagio mentale ed emotivo e di sudditanza. E tendono a riprodurre, anche inconsciamente, queste situazioni nel presente sul lavoro, sentendosi inferiori e a disagio come prima.
Detto in altre parole, la persona in questione che soffre di burnout rivive le stesse “discriminazioni” e gli stessi giudizi negativi del passato, li riflette nel mondo attuale e arriva col sentirsi costantemente osservato e giudicato dal datore di lavoro e dai colleghi, i suoi avversari. Questo porta ad un sovra caricamento di stress, tensione e ansia che sfocia in un forte esaurimento e in una forte depressione. La conseguenza? La persona inizierà a percepire anche le più semplici mansioni come qualcosa di difficile da risolvere e anche il lavoro ne risentirà negativamente.
Quali sono i sintomi?
Come fare a capire se si soffre della sindrome di burnout oppure no? C’è da dire innanzitutto che questa condizione si può manifestare in diversi modi. Si possono avvertire sintomi psicosomatici come eczema da contatto, arrossamenti, psoriasi, gastrite, colon irritabile, cefalee, insonnia. Oppure più comunemente i sintomi avvertiti sono riconducibili al contesto lavorativo, per cui si prova angoscia, quasi terrore.
Come combattere la sindrome di burnout?
La scelta su come curare questa condizione dipende principalmente dai sintomi che si hanno. Se si avvertono sintomi psicosomatici, si possono fare delle cure a livello psicoterapeutico e farmacologico, affidandosi ad esperti e a psicologici che sappiano affrontare il problema nel migliore dei modi. Ma soprattutto che sappiano trovare una soluzione ad hoc per il singolo individuo. Invece, se si tratta del contesto lavorativo, si potrebbe pensare di cambiare ufficio, se ovviamente questa ipotesi è attuabile. Oppure ci si potrebbe far aiutare da uno psicoterapeuta che, come nel primo caso, sia in grado di trovare una specifica risposta ai nostri problemi. Infatti, attraverso un percorso mirato e personalizzato, è possibile migliorare i propri pensieri, risolvere diversi dissidi interiori che ci turbano e ci condizionano nella vita di tutti i giorni. Ma soprattutto può aiutare a capire qual è la causa del nostro disagio e come poterla ridimensionare.