Sindrome di Wanderlust: cos’è la malattia di viaggiare

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Purtroppo in questo periodo a causa del Coronavirus e del lockdown, non possiamo partire per mete lontane.

Ma possiamo solo viaggiare con la fantasia. Se però non riusciamo a stare fermi e fremiamo dalla voglia di andare e scoprire luoghi lontani fino a diventare insofferenti a livello psichico, allora potremmo soffrire della sindrome di Wanderlust. Ecco qui di seguito cos’è la sindrome di Wanderlust.

Sindrome di Wanderlust: cos’è?

Il termine “Wanderlust” deriva dall’unione di due parole tedesche: wander e lust, che significano rispettivamente girovagare e desiderio.

Nella definizione originale, la parola indicava il fatto di voler stare all’aria aperta e fare lunghe passeggiate. Nell’accezione in cui lo usiamo oggigiorno, sta ad indicare più la voglia irrefrenabile di voler viaggiare.

Detto altrimenti, il desiderio di partire sfocia in una vera e propria sindrome nel momento in cui si manifesta sofferenza psichica incontrollabile. Il wanderluster infatti sente proprio la necessità di staccare la spina e andare a scoprire nuovi mondi, nuove culture e nuovi paesi.

Non ne può fare proprio a meno. E se in questo momento, è costretto a doverne fare a meno, può soffrire di ansie, sofferenza psico-fisica e di altri sintomi psicosomatici.

I sintomi del Wanderlust

Ma come fare a capire se si soffre di questa sindrome? Vediamo qui di seguito i segnali che ci possono far capire se ne soffriamo oppure no:

Stare a casa non soddisfa

Quando si dice cittadini del mondo, ci si riferisce proprio a questo, al fatto di non riuscire a sentirsi bene al 100% a casa.

Si sente il bisogno, quasi l’impellenza di dover viaggiare. Questo a casa si traduce in una mania di non riuscire a stare fermi, di dover uscire a tutti i costi e andare in giro, anche senza un motivo preciso. A livello emotivo, ci si sente infelici, come insoddisfatti della propria vita quotidiana, e tutte le giornate appaiono uguali e senza un vero senso. L’unica valvola di sfogo è partire con la fantasia e andare molto lontano.

Il ricordo dei viaggi passati

Se non si possono fare nuovi viaggi, perché non ricordare i passati? Un conto è pensarci qualche volta, giusto per svagare e distrarre la mente dalla quotidianità, un altro è pensarci costantemente.

Perché continuare a vivere nei ricordi impedisce di vivere a pieno e di godersi il presente. E di certo questo atteggiamento non aiuta se si soffre di questa sindrome. Un buon consiglio è quello di provare a tenersi impegnati con qualche attività per evitare di pensare costantemente ai viaggi.

Si vuole sempre viaggiare

Il vero wanderluster vorrebbe sempre viaggiare e non potendolo fare in questo momento, si dispera. Cosa fare per porre rimedio a questa triste situazione? Pianificare e progettare i prossimi viaggi, cercare su internet percorsi affascinanti da voler fare, e soprattutto scegliere le mete più belle che ancora non si sono esplorate ed immaginare di esserci già.

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