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La sostenibilità e il rispetto del pianeta sono ormai una base fondamentale se vogliamo garantire un futuro a chi verrà dopo di noi. A volte non ci rendiamo conto che anche nel nostro piccolo ci sono delle azioni importanti che possiamo svolgere per aiutare in questa situazione. Il primo passo nasce nel mondo del web: i social, le mail e i siti web non sono fisici, ma occupano comunque spazio. Per il loro funzionamento sono necessari dei potentissimi server, che producono un impatto più forte di quello degli aerei. Per cui anche i social inquinano, anche se non ce ne rendiamo conto.
Roberto Cingolani, il ministro della transizione ecologica, si è rivolto ad una platea di giovani invitandoli alla riduzione del tempo passato sui social. L’intervento ha evidenziato l’enorme impatto del web sul nostro pianeta; in mancanza della sua fisicità, siamo abituati a pensare che il digitale non inquini, ma non è così. Infatti per il normale funzionamento del web sono necessari dei server che gestiscono un traffico di dati immenso. Questo porta ad uno sfruttamento massiccio di energia, che processa tutte le informazioni, le mail, i file multimediali che ci inviamo nel tempo libero. Come se non bastasse, questi server sono fisicamente localizzati in paesi come Cina e India, aumentando così le emissioni in quella zona del mondo e di conseguenza il suo sfruttamento.
Secondo i dati diffusi nel 2019 dal Global Carbon Project, se il web e il mondo digitale fossero un paese del mondo, sarebbero il quarto più inquinante. Ogni anno vengono emesse 1.850 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno. Ogni tweet, ogni foto postata e ogni commento ha bisogno di energia per essere creato, e il tutto porta alla continua produzione di emissioni. Infatti i social e il digitale producono il 4% dell’anidride carbonica totale, mentre gli aerei ne producono il 2%. Il ministro Cingolani si è quindi rivolto ai giovani con questo appello, auspicandosi una riduzione dell’utilizzo dei social e quindi una conseguente diminuzione dell’impatto ambientale.
Come ridurre l’impatto ambientale
Il mondo dei social produce una quantità di anidride carbonica che non va certo sottovalutata, e sicuramente una Digital detox potrebbe avere solo dei risultati positivi. D’altronde però, bisogna anche riconoscere che l’inquinamento provocato dal web non è colpa del mondo digitale stesso, ma delle energie utilizzate per il suo mantenimento. I combustibili fossili al momento sono la fonte energetica più usata nel nostro pianeta, e sono ancora troppi gli stati che si ostinano a non mettere in atto una politica di rinnovamento energetico adeguata. L’analisi effettuata sulle emissioni prodotte dai social non deve nemmeno ridurre l’importanza dell’inquinamento provocato da altri fattori.
Percentuali decisamente più ampie per l’emissione dei gas serra sono riscontrabili nel consumo di energia per il riscaldamento delle nostre case, in quello per il funzionamento delle industrie e nel trasporto automobilistico. Sicuramente ridurre il nostro tempo sui social attuerà dei benefici, non sono per il pianeta, ma anche nella nostra salute mentale. D’altro canto però, si tratta di un appello che non deve essere rivolto solo ai giovani, ma a tutto la popolazione. I teenagers non sono certo i principali colpevoli dell’inquinamento, per cui l’invito al Digital detox dovrebbe essere accolto da tutte le generazioni.