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Periodi di forte stress, traumi o malesseri dovuti ad un lutto o ad una malattia possono causare ancora più problemi al corpo e allo spirito.
Ma ci sono i casi in cui questi sintomi e queste conseguenze si manifestano subito e per così dire in tempo, casi in cui invece il corpo lancia segnali in ritardo, come se presentasse il conto nel momento meno opportuno. Per guarire da questi periodi bui, il Somatic Experiencing può aiutare: vediamo qui di seguito che cos’è e come funziona.
Partendo dal significato letterale, l’espressione “Somatic Experiencing” significa l’esperienza dei traumi.
Per dirla in altre parole, si tratta di un metodo psico-fisiologico che passa in rassegna l’esperienza di un trauma, di un lutto, del malassere causato da una malattia come il tumore, di un periodo di forte stress. E cerca di affrontarlo attraverso un percorso di ascolto con il corpo.
Il più delle volte, infatti, il nostro corpo tende a somatizzare tutto quello che proviamo e che, a causa di tutta una serie di motivi, non siamo in grado di comunicare a voce.
Sviluppato dallo psicologo americano Peter Levine, questo metodo, quindi, si propone di “trattare” lo stress, l’angoscia e il malessere somatizzato, cercando di espiarlo e di eliminarlo dal corpo.
Il Somatic Experiencing parte dall’osservazione dei fatti a livello neurofisiologico per arrivare alla guarigione dal trauma e all’espiazione di esso dal corpo. Come? Attraverso un percorso di ascolto del corpo, periodo in cui il paziente torna ad ascoltarsi e a conoscere i segnali che il fisico gli manda, senza avere paura di reazioni istintive che bloccano il processo di guarigione.
Da queste premesse, risulta necessario capire come mai il corpo manifesti in ritardo segnali di un trauma o di un periodo negativo passato.
In molti casi, infatti, anche se apparentemente ci sentiamo bene fisicamente e non abbiamo nulla, il nostro corpo risponde in ritardo al nostro malessere e ce lo manifesta nei momenti meno opportuni. La conseguenza è quindi quella di provare dolore, soprattutto fisico, anche senza apparente motivo.
La verità è che lo stress, l’ansia, l’angoscia e tutte le sensazioni negative derivate da brutte esperienze della vita ci bloccano e ci imprigionano per tempo, anche se pensiamo di averle superate e ci sentiamo meglio.
Si annidano dentro di noi, nel profondo, senza neppure chiederci il permesso di risiedere e restare.
Tra le tecniche del Somatic Experiencing più diffuse ed utilizzate c’è la respirazione e la meditazione. La prima, soprattutto, aiuta a sciogliere la tensione fisica accumulata nel corso del tempo. Permette così di liberare le mandibole, di lasciar andare le gambe e le mani a tremiti e l’anima ad un pianto liberatorio.
In altri termini, il corpo sta iniziando a liberarsi del trauma.
La seconda, invece, è più conosciuta con il nome di “radicamento” e permette al paziente di connettersi con la terra e la natura, di lasciar andare le tensioni al pavimento e liberarsi così per sempre delle cattive energie che il corpo aveva bloccato a lungo.