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Siamo abituati a considerare il rapporto tra ambiente e Italia in maniera critica, e spesso a ragione: alcuni indicatori ecologici, però, rivelano che il nostro Paese sta svolgendo un buon lavoro per quanto riguarda biodiversità e appalti verdi.
Non solo primati negativi: in genere siamo abituati a pensare (male) al nostro Paese come poco attento al verde e alle questioni ambientali, ma la realtà appare differente, stando ai risultati di alcuni studi diffusi in occasione dell’ultima giornata mondiale della biodiversità che, come ricorda il sito di informazione ideegreen.it, è una manifestazione proclamata dall’Onu che si celebra ogni 22 maggio per tutelare la diversità biologica e sostenere la via dello sviluppo sostenibile.
Italia tra le eccellenze
E proprio in questi ultimi fattori l’Italia rappresenta un’eccellenza a livello europeo, stando al report di Coldiretti, che ha “snocciolato” alcuni dati davvero interessanti sulle tendenze green nel nostro Paese: innanzitutto, siamo lo Stato più all’avanguardia in Europa per numero di certificazioni comunitarie per prodotti a denominazione di origine ed etichette Dop o Igp (sono 293 in tutto), ma vantiamo anche la leadership per quantità di imprese che coltivano secondo il metodo biologico, circa 60 mila in tutto lo Stivale, e per minor incidenza di prodotti agroalimentari contenenti residui chimici fuori norma.
Numeri da record
L’associazione dei coltivatori diretti segnala anche che l’Italia è l’unico Paese al mondo che ha 5.047 prodotti alimentari tradizionali censiti e 415 vini Doc/Docg certificati, mentre le circa 40 mila aziende agricole impegnate nel custodire semi o piante a rischio di estinzione rappresentano un altro primato globale. L’elenco si chiude con un focus sulla sicurezza alimentare mondiale, ambito in cui il nostro Paese è tra i primi al mondo per minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari, con una incidenza pari allo 0,06 per cento che è una delle più basse a livello internazionale.
Crescono gli appalti green
Ma non è solo sul fronte agroalimentare che l’Italia sta compiendo progressi “green”: Accredia, l’ente unico nazionale di accreditamento designato dal governo italiano, ha infatti diffuso i dati sulle aziende certificate che applicano il “green public procurement“, ovvero le norme europee in materia di appalti verdi. In Italia sono oltre 22 mila, terzo risultato assoluto al mondo dopo Cina e Giappone e primo in tutta Europa.
Primato europeo
Come spiega l’ente, queste aziende sono state sottoposte a un rigoroso processo di verifica e attestazione dell’efficacia dei loro sistemi di gestione ambientale, l’impatto ecologico dei processi produttivi sul territorio e sui lavoratori, la conformità ai requisiti richiesti dai bandi di gara green dei materiali, prodotti o servizi offerti. I numeri sono stati resi noti in uno studio intitolato “L’economia circolare nelle politiche pubbliche. Il ruolo della certificazione“, realizzato con la collaborazione dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna, in cui si sottolinea tra l’altro come in Italia “in questi anni è aumentata la consapevolezza della opportunità di un approccio circolare all’economia”.
Il valore dei bandi “verdi”
Il confronto tra la tendenza in Italia e quella in Europa mette ulteriormente in risalto l’attenzione verso questo parametro: In Ue, i bandi di gara “green” della Pubblica amministrazione generano una spesa per opere, beni e servizi di circa 1.800 miliardi di euro l’anno (circa il 14% del Pil europeo), mentre nella sola Italia gli appalti pubblici hanno avuto un valore di circa 111,5 miliardi nel 2016.