La fantascienza d’azione, dark e catastrofica come va di moda, arriva oggi in sala
Non è un periodo particolarmente semplice quello che potrebbe star vivendo il regista-sceneggiatore J. J. Abrams.
Il cineasta infatti da quando è stato contattato dalla Disney per rimettere in pista la saga di Star Wars ha ricevuto quasi immediatamente il biasimo di tutti i fan di Star Trek, notoriamente avversi alle avventure di Luke Skywalker, Darth Vader e compagnia fantascientifica.
Tanto più che la svolta data alla riproposizione moderna del franchise creato da Gene Roddenberry ha tralasciato molti aspetti della sci-fi più riflessiva e intelligente per proporre una sorta di action futuristico pensante che molto deve alla lezione di Steven Spielberg, maestro riconosciuto di Abrams.
Dopo molti mesi di spoiler e di sapienti operazioni di marketing virale (un campo in cui l’autore di Lost è maestro) arriva dunque sugli schermi italiani Into Darkness, il secondo capitolo del reboot moderno di Star Trek.
Ritorna dunque l’astronave Enterprise, comprensiva di equipaggi al completo: il capitano James T. Kirk (Chris Pine), Spock (Zachary Quinto), Nyota Uhura (Zoë Saldaña), il Dott. McCoy (Karl Urban), Scott (Simon Pegg), Sulu (John Cho), Chekov (Anton Yelchin) e la Dott.ssa Carol Marcus (Alice Eve).
Tuttavia il vero mattatore della pellicola è Benedict Cumberbatch, che interpreta il misterioso e letale John Harrison, vero e proprio elemento scatenante la catastrofica vicenda del film: l’uomo rappresenta infatti una minaccia e in quanto terrorista intergalattico riusce a colpire il cuore della Flotta Stellare, seminando morte e distruzione e mettendo a repentaglio l’ordine costituito.
Kirk dovrà armarsi di coraggio, imbarcarsi in una caccia all’uomo senza tregua, proteggere quanto di più caro ha al mondo, ammettere i propri limiti e infine rimediare a un errore che potrebbe mettere in pericolo l’intera Galassia.
